I tagli alle tasse sulle criptovalute potrebbero scatenare un’ondata di acquisti di Bitcoin in Giappone

L'approccio severo del Giappone alle tasse sulle criptovalute sta frenando sia gli acquirenti che i venditori. Un sondaggio condotto ad aprile su 1.500 adulti ha rilevato che solo il 13% possiede attualmente Bitcoin , Ethereum o altre criptovalute. Molti affermano che sarebbero pronti a buttarsi, se solo Tokyo alleggerisse il carico fiscale.

La maggioranza sostiene la flat tax

Secondo la Japan Blockchain Association, l'84% delle 191 persone che già possiedono criptovalute ne acquisterebbe altre se i profitti fossero soggetti a un'imposta fissa del 20%.

E il 12% dei 1.309 non possessori ha dichiarato che avrebbe iniziato ad acquistare bitcoin o altre criptovalute secondo la stessa regola. Si tratta di un grande cambiamento rispetto al sistema attuale, in cui le criptovalute guadagnano terreno nella categoria "altri redditi" nelle dichiarazioni dei redditi.

Attualmente, i profitti derivanti da bitcoin o criptovalute possono essere tassati con aliquote fino al 55%, a seconda della fascia di reddito. Si tratta di un'aliquota molto più elevata rispetto all'aliquota fissa del 10-20% applicata alle azioni in molti altri paesi.

Secondo alcune indiscrezioni, la JBA starebbe spingendo per far rientrare le criptovalute nella stessa categoria delle plusvalenze, sostenendo che ciò aumenterebbe i volumi di scambio sulle borse locali.

Un sondaggio dimostra che le regole semplici sono attraenti

Tre quarti dei partecipanti al sondaggio hanno affermato che preferirebbero che le tasse venissero trattenute alla fonte quando vendono bitcoin, anziché presentare documenti separati.

La JBA ha chiesto a Tokyo di consentire ai trader di scegliere se pagare al momento della vendita o al momento della presentazione della dichiarazione annuale. Questa flessibilità potrebbe alleviare i grattacapi sia degli investitori amatoriali che di quelli professionisti.

Il sondaggio ha approfondito i motivi per cui alcune persone ancora non vogliono entrare in contatto con le criptovalute. Solo l'8% ha attribuito la colpa alle tasse elevate, mentre il 61% ha affermato di non sentirsi abbastanza informato sulle monete digitali.

Il campione era composto per il 60% da uomini e per il 40% da donne, con un'età media di 38 anni. Gli studenti costituivano il 5,3% del gruppo e 213 persone hanno dichiarato di essere disoccupate.

La FSA considera riforme più ampie

Secondo quanto riportato dall'autorità di regolamentazione finanziaria, la Financial Services Agency sta valutando una proposta per spostare il bitcoin ai sensi del Financial Instruments and Exchange Act.

Se approvata, questa legge tratterebbe ufficialmente le attività digitali come prodotti finanziari e potrebbe aprire la strada a un'imposta unificata del 20% già a partire dall'anno prossimo.

Exchange come bitFlyer vedono già le transazioni in Ethereum rappresentare quasi la metà del loro volume. Qualsiasi cambiamento potrebbe rimodellare il mercato crypto giapponese, semplificando il trading e attirando più persone.

Immagine in evidenza da Travel+Leisure, grafico da TradingView

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