La risposta della Blockchain Association all’inchiesta statunitense sulla tassa sulle criptovalute

È evidente che l'era delle risorse digitali non è all'orizzonte; è proprio qui, a sfidare i nostri sistemi finanziari tradizionali e a sollecitare i nostri legislatori ad adattarsi. Ma mentre si affrettano a comprendere e legiferare su questa tecnologia sfuggente, gli attori del settore come la Blockchain Association stanno intensificando le loro intuizioni.

Non stanno solo esercitando pressioni; stanno sottolineando le disparità, le incoerenze e le ambiguità che potrebbero frenare la crescita di un settore nella sua infanzia.

Affrontare le disparità tra criptovalute e asset tradizionali

La Blockchain Association non usa mezzi termini. Mentre la maggior parte si accontenta di restare in disparte, questo gruppo di difesa delle criptovalute con sede negli Stati Uniti ha scelto la strada dell’impegno. Il loro recente contatto con i senatori americani Ron Wyden e Mike Crapo non è stato solo una missiva informativa; era un chiaro appello all'uguaglianza.

Gli asset digitali, secondo la Blockchain Association, non dovrebbero essere la proverbiale pecora nera. Quando si tratta di tassazione, perché dovrebbe esserci una distinzione tra asset crittografici e non crittografici?

La loro posizione è chiara: entrambi meritano di essere in condizioni di parità. E non si tratta solo di stabilire una parità; si tratta di chiarire le acque torbide della tassazione delle criptovalute, in particolare riguardo ai redditi da staking e mining.

In effetti, la Blockchain Association non è sola in questa lotta. Proprio il mese scorso, Coin Center, un altro centro di difesa delle criptovalute, ha fatto eco a sentimenti simili.

Entrambi i gruppi sottolineano la necessità di una soglia de minimis, una misura che esenterebbe piccoli guadagni o perdite derivanti dalle transazioni crittografiche dall'essere perseguitati dagli obblighi di rendicontazione fiscale.

Pericoli di tassazione discriminatoria

L’amministrazione Biden è stata impegnata e, sebbene le sue intenzioni possano essere radicate nella salvaguardia degli interessi americani, alcune misure proposte sembrano controintuitive. Prendiamo ad esempio l’accisa sull’estrazione di asset digitali.

Una tassa del 30% sull’elettricità utilizzata dai crypto miner non promuove l’innovazione; lo strozza. È come chiedere ai fratelli Wright di pagare l'aria utilizzata dai loro aerei prototipo. Tali proposte, come sottolineato dalla Blockchain Association, potrebbero ostacolare l’evoluzione del panorama crittografico.

Anche l'IRS non è rimasta inattiva. La loro direttiva del 31 luglio è chiara: se guadagni puntando i premi, è tassabile come reddito lordo. E sebbene l’approccio dell’IRS nei confronti delle criptovalute – trattandole come plusvalenze e perdite in conto capitale – non sia del tutto sbagliato, c’è spazio per la messa a punto.

È necessaria una legislazione lungimirante

Legislare non significa solo stabilire la legge; si tratta di aprire la strada per il futuro. E come sottolinea giustamente la Blockchain Association, è ora di rimboccarsi le maniche legislative e mettersi al lavoro.

Creare leggi non è solo una questione di controllo; è una responsabilità coltivare e favorire la crescita. Le risorse digitali sono qui per restare ed è giunto il momento che i nostri legislatori garantiscano che l’America non solo si adatti, ma prosperi in questa era digitale.

In un mondo in cui le risorse digitali stanno riscrivendo le regole, è fondamentale che coloro che stabiliscono le regole non soffochino la crescita con il loro inchiostro. Il messaggio della Blockchain Association è più di una lettera; è una testimonianza dell'urgente necessità di una legislazione crittografica equa, coerente e ben ponderata.

La palla ora passa al campo dei legislatori. Speriamo che puntino alle stelle, non ai loro piedi.

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