Un giudice federale ha concesso agli azionisti di Coinbase (COIN) l'opportunità di procedere con una causa ristretta contro l'exchange di criptovalute con sede negli Stati Uniti, sostenendo che la società ha nascosto presunti "rischi aziendali", tra cui la possibilità di essere citata in giudizio dalla Securities and Exchange Commission (SEC).
Reclami contro Coinbase
La sentenza , emessa dal giudice distrettuale statunitense Brian Martinotti di Newark, nel New Jersey, è una risposta alle accuse secondo cui Coinbase avrebbe ingannato gli investitori in merito alla sua posizione normativa e alla sicurezza dei loro asset. Il giudice ha respinto le richieste dei dirigenti e degli amministratori dell'exchange di criptovalute di archiviare completamente la causa.
Gli azionisti sostengono che la società ha travisato la probabilità di una causa da parte della SEC in merito alle sue attività in quanto borsa valori non registrata, il che li ha portati a ritenere improbabile tale azione.
Sostengono inoltre che Coinbase non abbia rivelato i presunti rischi associati alla perdita di asset in caso di dichiarazione di fallimento . Il giudice ha sottolineato che, sebbene gli azionisti non possano basare le loro rivendicazioni esclusivamente su "dichiarazioni collettive", possono presentare ricorsi che forniscano accuse dettagliate contro parti specifiche.
Martinotti ha sottolineato che le rivendicazioni fondate su accuse specifiche devono essere ammesse, affermando: "Laddove i querelanti abbiano opportunamente fornito dettagli specifici per ciascun imputato, le rivendicazioni devono rimanere valide".
I team legali degli azionisti rimangono in silenzio
La sentenza, che si estende su 59 pagine, non specifica quali dichiarazioni specifiche siano state respinte a causa della questione della difesa collettiva, poiché nessuna delle parti le ha specificate nelle proprie argomentazioni.
Come riportato dalla Reuters, Martinotti ha osservato in una nota a piè di pagina che “I giudici non sono come i maiali, che vanno a caccia di tartufi nascosti nelle memorie”, sottolineando l’importanza della chiarezza nella documentazione legale .
La class action proposta è guidata dal fondo pensione svedese Sjunde AP-Fonden e comprende gli azionisti di Coinbase dal 14 aprile 2021 al 5 giugno 2023.
A febbraio, la Securities and Exchange Commission ha concluso la causa contro la borsa, poiché il controllo normativo sul settore delle criptovalute ha iniziato ad allentarsi sotto l'amministrazione Trump.
Anche altre società, come Uniswap, Robinhood e Kraken, hanno visto le loro cause archiviate dall'autorità di regolamentazione quest'anno. La nomina di Paul Atkins come nuovo presidente da parte di Trump è stata un'evoluzione positiva, fornendo chiari quadri normativi e collaborazioni per promuovere l'adozione e l'utilizzo delle criptovalute nel Paese.
Al momento in cui scriviamo, né Coinbase né i rappresentanti legali dei suoi azionisti hanno commentato la sentenza del giudice. Resta da vedere quali azioni intraprenderà l'azienda e se i suoi dirigenti rilasceranno un commento ufficiale.
Nonostante la decisione del giudice, le azioni della borsa, quotate sul Nasdaq con il simbolo COIN, sono balzate mercoledì a 347 dollari, registrando guadagni di quasi il 12%. Questo è in linea con la più ampia ripresa del mercato delle criptovalute, guidata da Bitcoin (BTC), che si sta avvicinando ai massimi storici.
Immagine in evidenza da DALL-E, grafico da TradingView.com