Il famoso avvocato pro-Ripple Jeremy Hogan ha sottolineato l'importanza di affrontare la controversa questione delle "vendite sul mercato secondario" di XRP nella controversia legale in corso tra Ripple e la Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense.
Lunedì, Hogan ha anche sottolineato l'importanza di risolvere la questione se XRP sia intrinsecamente classificato come titolo, in quanto entrambi questi problemi influenzano direttamente il potenziale relisting di XRP sugli exchange e l'esito complessivo del caso.
" Si è discusso su come/se le "vendite sul mercato secondario" di XRP saranno (o meno) affrontate nel caso Ripple. È importante perché siamo fiduciosi che XRP verrà rimesso in vendita sugli exchange solo se verrà affrontato il problema se XRP sia intrinsecamente un titolo", ha twittato Hogan.
In particolare, Hogan ha riconosciuto la probabilità che il giudice che sovrintende al caso potrebbe non affrontare direttamente la questione dei titoli affermando che l'attore non l'ha sollevata esplicitamente. Tuttavia, ha delineato scenari che potrebbero affrontare problemi di vendita secondari e influenzare la decisione del giudice.
In primo luogo, l'esperto legale ha proposto che Ripple potesse concordare con la SEC di includere il linguaggio nella sentenza finale proposta, escludendo esplicitamente le vendite secondarie dal suo ambito. Secondo lui, questo approccio potrebbe chiarire il trattamento delle vendite secondarie proprio come il precedente stabilito dal caso di KIK Interactive, in cui la SEC ha consentito un linguaggio relativo alle vendite continue.
In secondo luogo, l'avvocato ha suggerito al giudice di prendere in considerazione le preoccupazioni sollevate da vari amici, comprese quelle sostenute dai possessori di XRP rappresentati dall'avvocato Deaton. Alla fine di marzo, l'avvocato John Deaton ha predetto una "vittoria assoluta" per Ripple, accusando l'agenzia di un significativo sbilanciamento nel caso. All'epoca, Deaton ha anche espresso ottimismo nella sentenza del giudice Analisa Torres secondo cui "XRP non è un titolo e le vendite in corso e secondarie non sono titoli". Ha inoltre sottolineato che il giudice ha riconosciuto l'importanza dell'interesse pubblico nel raggiungere una decisione, definendo gli amicus brief e le oltre 3500 dichiarazioni giurate depositate dai possessori di XRP come un "grande affare".
Secondo Hogan, Ripple potrebbe anche beneficiare del precedente stabilito nel caso LBRY, in cui il giudice ha stabilito all'inizio di quest'anno che le vendite secondarie non sono titoli, aumentando l'ottimismo che il giudice nella causa XRP possa fare lo stesso.
Detto questo, mentre la causa ad alto rischio continua, la comunità delle criptovalute attende con ansia aggiornamenti sulle vendite del mercato secondario, poiché una sentenza favorevole potrebbe potenzialmente aiutare la rimessa in vendita di XRP sugli exchange una volta concluso il caso. Ciò potrebbe avere implicazioni significative per la criptovaluta, aumentando potenzialmente il suo prezzo ai massimi storici dopo tre anni difficili.