Un recente studio durato sei anni condotto da ricercatori dell’Università di Tokyo ha fatto luce sull’allarmante prevalenza del suicidio tra i giovani in Giappone, rivelando un urgente bisogno di maggiore consapevolezza e sostegno. Con i tassi di suicidio che hanno raggiunto un livello record lo scorso anno tra i giovani di età pari o inferiore a 18 anni, lo studio, utilizzando tecniche avanzate di deep learning, ha identificato i fattori critici che influenzano la salute mentale degli adolescenti.
Nel tentativo di comprendere il complesso panorama della salute mentale degli adolescenti, i ricercatori hanno classificato 2.344 partecipanti in cinque gruppi distinti: non affetti, interiorizzati, discrepanti, esternalizzanti e gravi. Il gruppo più numeroso, pari al 60,5% degli adolescenti, rientrava nella categoria dei “non affetti”, mentre il restante 40% ha dovuto affrontare diverse sfide.
La categoria “discrepante”, che comprende il 9,9% dei partecipanti, è emersa come particolarmente problematica all’interno dei gruppi individuati. Questi adolescenti mostravano sintomi depressivi ed “esperienze di tipo psicotico”, che erano passate inosservate dai loro caregiver. Incredibilmente, questo gruppo è risultato essere a più alto rischio di autolesionismo e pensieri suicidi.
Influenza del caregiver sulla salute mentale dell’adolescente
Lo studio ha evidenziato il profondo impatto degli stati mentali dei caregiver sul benessere degli adolescenti. I fattori genetici e l’ambiente genitoriale hanno svolto un ruolo fondamentale, con la ricerca che sottolinea la necessità di una comprensione olistica dell’interazione dinamica tra caregiver e adolescenti.
Statistiche allarmanti sui suicidi in Giappone
In modo preoccupante, il suicidio è ora la principale causa di morte per le persone di età compresa tra 15 e 34 anni in Giappone, come riportato dal Ministero della sanità, del lavoro e del welfare. Nonostante un calo generale dei tassi di suicidio negli adulti negli ultimi dieci anni, tra gli adolescenti è stata osservata una tendenza inversa. Si ipotizza che le questioni legate alla scuola, le relazioni personali e familiari tese e gli effetti persistenti della pandemia contribuiscano al numero preoccupante di morti tra i giovani.
L’appello al coinvolgimento della società
Riconoscendo i limiti di affidarsi esclusivamente agli operatori sanitari, Daiki Nagaoka, uno studente di dottorato coinvolto nello studio, sottolinea l’importanza della partecipazione attiva della società nel riconoscere e sostenere gli adolescenti che affrontano problemi di salute mentale. La creazione di sistemi e strutture di supporto è essenziale per affrontare gli ostacoli degli adolescenti nella ricerca di aiuto.
Implicazioni e ricerche future
I risultati dello studio sottolineano le sfide affrontate dalla psichiatria nel comprendere la natura diversa e dinamica della psicopatologia adolescenziale. Gli attuali criteri diagnostici spesso non riescono ad affrontare le molteplici difficoltà incontrate da questo gruppo demografico. I ricercatori esprimono la necessità di continuare l'indagine su come i problemi psicopatologici interagiscono e si evolvono nel contesto dell'ambiente circostante.
Le intuizioni svelate dallo studio dell'Università di Tokyo richiedono un'attenzione urgente alla crisi di salute mentale che colpisce i giovani giapponesi. Con i tassi di suicidio che salgono a livelli senza precedenti, gli sforzi preventivi e le strategie di intervento precoce devono essere implementati tempestivamente. Come indicano i risultati, il rischio di autolesionismo e di pensieri suicidi è particolarmente pronunciato tra gli adolescenti i cui problemi di salute mentale passano inosservati agli operatori sanitari. Promuovendo una responsabilità collettiva all’interno della società e perfezionando i sistemi di sostegno, c’è speranza per un futuro in cui il benessere dei giovani giapponesi sia prioritario e l’impatto devastante del suicidio sia mitigato.