American Bitcoin Corp., una società di mining legata alla famiglia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha completato uno dei più grandi acquisti di hardware nel settore delle criptovalute quest'anno.
Secondo quanto riportato, l'azienda ha pagato circa 314 milioni di dollari per 16.290 unità di Antminer U3S21EXPH dal gigante cinese del mining Bitmain .
Acquisto massiccio prima dei dazi
L'ordine blocca un'enorme quantità di macchine ASIC ad alte prestazioni, in grado di produrre circa 14,02 exahash al secondo in potenza di hashing combinata.
Questo livello di produzione potrebbe incrementare la quota di American Bitcoin nella capacità di mining globale. Inizialmente, l'azienda aveva un'opzione per un massimo di 17.280 unità, ma ha deciso di agire rapidamente per evitare aumenti di prezzo dovuti ai dazi statunitensi sulle attrezzature per il mining di fabbricazione cinese.
Gli esperti del settore affermano che nel 2025 ordini di questa portata sono stati rari per i minatori americani. Sebbene l'azienda non abbia rivelato dove verranno dislocate le piattaforme, fonti a conoscenza della questione hanno affermato che intendono distribuirle su più siti di grandi dimensioni per ridurre i rischi operativi.

Pressioni politiche e commerciali
L'accordo è stato raggiunto poco prima che l'amministrazione Trump iniziasse a imporre dazi sull'hardware minerario cinese importato. La politica riguarda un'ampia gamma di beni tecnologici, inclusi i miner ASIC, e mira a rimandare la produzione negli Stati Uniti. Tuttavia, i critici affermano che questi dazi potrebbero aumentare i costi operativi per i miner nazionali.
Jaran Mellerud, CEO della società di mining di BTC Hashlabs, ha avvertito che i costi più elevati potrebbero incidere negativamente sulla redditività. Ha inoltre avvertito che forti aumenti dei prezzi potrebbero far lievitare i costi del mining negli Stati Uniti fino al punto di far crollare la domanda, attribuendo la colpa alle autorità di regolamentazione che considera inefficaci.
Bitmain punta all'espansione negli Stati Uniti
Bitmain, che secondo uno studio dell'Università di Cambridge controlla circa l'80% del mercato ASIC globale, sta adeguando le sue operazioni in risposta ai dazi.
L'azienda prevede di aprire il suo primo sito di produzione ASIC negli Stati Uniti all'inizio del 2026. Entro la fine dell'anno, prevede inoltre di aprire una nuova sede centrale in Texas o in Florida.
L'obiettivo è rendere i propri prodotti accessibili ai clienti statunitensi a prezzi ragionevoli ed evitare le tasse di importazione producendoli localmente.
Gli esperti del settore ritengono che questa azione spingerebbe altri leader del settore, come MicroBT e Canaan, a valutare la possibilità di dirottare parte della capacità produttiva verso il Nord America.
Sebbene le implicazioni complete dei dazi sulla filiera mineraria siano ancora incerte, questa recente acquisizione indica la portata della posta in gioco sia per i produttori che per gli operatori.
Per American Bitcoin, l'ordine da 314 milioni di dollari dimostra fiducia nella redditività del settore nonostante le fluttuazioni dei prezzi di Bitcoin e l'aumento della concorrenza.
Per Bitmain, questo è un segnale che la capacità di adattarsi alle raffiche politiche ed economiche sarà la chiave per mantenere il predominio sul mercato statunitense.
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