Trump spinge la ridistribuzione DOGE: il 20% torna agli americani

Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, sta pensando a un’idea audace che potrebbe mettere direttamente i soldi nelle tasche del popolo americano.

Secondo diversi rapporti , secondo il concetto denominato “Dividendo DOGE”, si ritiene che il 20% dei risparmi pubblici derivanti dai tagli all’efficienza vengano restituiti ai contribuenti. Questa insolita strategia ha generato in egual misura entusiasmo e dubbi.

La richiesta di risparmio da 55 miliardi di dollari

Al centro di questa proposta c’è il Dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE), un’iniziativa sostenuta dal miliardario Elon Musk. Tagliando le spese non necessarie, rinegoziando i contratti e snellendo la burocrazia, l’agenzia avrebbe fatto risparmiare al governo circa 55 miliardi di dollari.

Se il piano dei dividendi andasse avanti, un quinto di questi risparmi – circa 11 miliardi di dollari – verrebbe distribuito ai cittadini.

Tuttavia, queste cifre rimangono sotto esame. Mentre i sostenitori del piano lo sostengono come una mossa favorevole ai contribuenti, i critici sostengono che verificare la reale portata di questi risparmi sia difficile. Rimangono anche domande su come il governo gestirebbe i pagamenti e chi avrebbe diritto a riceverli.

Un piano con ostacoli politici e legali

Sebbene Trump sembri ricettivo al concetto, applicare il dividendo DOGE non sarebbe facile. Il Congresso possiede la borsa, quindi i legislatori dovrebbero autorizzare tale pagamento. Considerando la divisione politica di Washington, l’attuazione di un nuovo piano finanziario di questa portata non sarebbe una passeggiata nel parco.

Anche i professionisti legali segnalano possibili difficoltà. Il dividendo DOGE è legato alle politiche governative di riduzione dei costi, a differenza degli assegni di stimolo, che vengono distribuiti durante le crisi o le recessioni economiche. Questa differenza può generare questioni costituzionali e politiche, rendendo così più difficile l’approvazione della proposta.

Tagliare il debito nazionale: ma a quale costo?

Oltre a distribuire denaro ai cittadini, il piano prevede un’altra componente chiave: utilizzare un ulteriore 20% dei risparmi DOGE per ridurre il debito nazionale. Ciò equivarrebbe ad altri 11 miliardi di dollari accantonati per il pagamento del debito.

Sebbene la riduzione del debito nazionale sia generalmente considerata vantaggiosa, alcuni sostengono che 11 miliardi di dollari siano pochi rispetto al debito statunitense, che attualmente ammonta a 34mila miliardi di dollari. Altri temono che un’eccessiva riduzione dei costi possa incidere sui servizi pubblici, compromettendo quindi gli stessi miglioramenti di efficienza che DOGE promette di apportare.

La strada da percorrere per il dividendo DOGE

Nonostante le sfide, l’idea di un dividendo a carico dei contribuenti sta guadagnando terreno negli ambienti politici ed economici. L’uomo d’affari James Fishback, che inizialmente propose il concetto, lo paragonò agli sconti per i clienti del settore privato, in cui le aziende restituiscono i risparmi ai propri clienti.

Per ora, il dividendo DOGE rimane una discussione piuttosto che una politica concreta. Ma con Trump che manifesta interesse, potrebbe diventare un importante argomento di discussione nei prossimi mesi.

Se si trasformerà in un effettivo aiuto finanziario o svanirà nella retorica politica è una domanda a cui solo il tempo – e il Congresso – possono rispondere.

Immagine in primo piano di ABG Australia, grafico di TradingView

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