Il presidente Donald Trump ha affermato che la sua amministrazione imporrà una tariffa del 100% su “tutti i film in arrivo nel nostro paese e prodotti in paesi stranieri”.
Domenica, in un post sul suo TruthSocial, il presidente ha scritto che “Altri Paesi stanno offrendo ogni sorta di incentivi per allontanare i nostri registi e studi cinematografici dagli Stati Uniti”.
Ha definito la pratica “uno sforzo concertato da parte di altre Nazioni e, quindi, una minaccia alla sicurezza nazionale”.

Ha detto di aver incaricato il Dipartimento del Commercio e il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti di avviare immediatamente il processo tariffario.
La dichiarazione non offre una definizione chiara di prodotto in paesi stranieri, il che potrebbe significare qualsiasi cosa, dagli anime ai successi di Hollywood in parte girati all'estero. Ad esempio, il prossimo “Thunderbolts” dei Marvel Studios è girato principalmente negli Stati Uniti ma in parte in Malesia.
I film complicano il modello tariffario di Trump.
I dazi sono stati un segno distintivo dell’agenda commerciale di Trump, ma finora hanno preso di mira i beni fisici che possono essere ispezionati nei porti.
Sebbene i film arrivino ancora su dischi Blu-ray, una quota crescente viene trasmessa in streaming. Domenica è rimasto senza risposta il modo in cui i funzionari avrebbero raccolto una tassa del 100% su uno streaming Netflix o Disney+.
Il New York Times ha recentemente riferito che le riprese all'estero possono tagliare posti di lavoro per le troupe americane. Il governatore della California Gavin Newsom sta spingendo per aumentare i crediti d’imposta statali per mantenere le produzioni in patria.
Trump, però, spesso respinge i sussidi diretti. L’anno scorso ha definito “ridicolo” un programma di incentivi dell’era Biden per gli impianti di semiconduttori.
Il piano tariffario fa parte di uno sforzo più ampio per rimodellare il panorama politico di Hollywood.
Subito dopo essere entrato in carica, Trump ha nominato gli attori Mel Gibson, Jon Voight e Sylvester Stallone “ambasciatori speciali” per l’industria cinematografica.
Il presidente della Federal Communications Commission, Brendan Carr, ha successivamente aperto un'indagine sulle regole della Disney sulla diversità, che includono obiettivi per scrittori e attori di gruppi sottorappresentati.
Sebbene il presidente abbia accantonato o ritardato alcune sanzioni commerciali in passato, ha portato avanti una battaglia tariffaria tra Stati Uniti e Cina che ha sollevato timori di recessione.
La sua nuova minaccia contro i film realizzati all’estero, sebbene offuscata da questioni pratiche, segnala che potrebbe essere nuovamente disposto a testare i limiti del diritto commerciale nel perseguimento di obiettivi nazionali.
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