Trump continua a sostenere l’emissione di titoli del Tesoro degli attivisti dell’era Biden nonostante le critiche passate

Trump continua a perseguire la strategia del debito che i repubblicani odiavano sotto Biden, e sta persino pensando di spingersi oltre.

Secondo un articolo di Nouriel Roubini pubblicato giovedì sul Financial Times, nel 2025 la Casa Bianca starebbe ancora utilizzando una tattica controversa chiamata Activist Treasury Issuance.

Con questo approccio, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti sta riducendo la quantità di debito a lungo termine che vende e, al contrario, sta emettendo più obbligazioni a breve termine per tenere sotto controllo i tassi di interesse a lungo termine.

Questo metodo, utilizzato per la prima volta durante la presidenza di Joe Biden, fu all'epoca fortemente criticato. La preoccupazione principale era che rendesse meno netti i confini tra ciò che la Federal Reserve avrebbe dovuto gestire e ciò da cui il Tesoro avrebbe dovuto tenersi alla larga.

Bessent avverte di un intervento più profondo se i mercati diventano difficili

L'idea alla base dell'ATI è piuttosto semplice. Se si vuole impedire che i rendimenti a lungo termine aumentino, basta non emettere troppi titoli a lungo termine. È esattamente ciò che ha fatto il Tesoro di Biden, e ora Trump sta mantenendo la strategia.

Stephen Miran, ora presidente del Consiglio dei consulenti economici di Trump, ha co-redatto lo scorso anno un documento in cui definiva l'ATI una "invasione fiscale della politica monetaria". Ha affermato che il Tesoro stava copiando l'"Operazione Twist", ma con una sua versione personale: limitandosi a emettere meno debito a lungo termine invece di affidarsi alla Fed per manipolare i mercati obbligazionari.

All'epoca, Scott Bessent, ora Segretario del Tesoro, era d'accordo con Miran e sosteneva che l'ATI stesse esagerando. Ma ora Bessent non si limita a difendere la politica monetaria, ma sta già mettendo in guardia su cosa succederà. Ha affermato che se i mercati finanziari "diventeranno disordinati", il Tesoro potrebbe andare oltre l'ATI e iniziare a riacquistare direttamente obbligazioni a lungo termine, una mossa diretta per limitare l'aumento dei rendimenti.

Si tratterebbe di un livello completamente nuovo di coinvolgimento fiscale nei mercati obbligazionari, qualcosa di simile al quantitative easing, ma guidato dal Tesoro anziché dalla banca centrale. In questo piano, Washington non si limiterebbe a decidere cosa emettere, ma rimodellerebbe attivamente il mercato riducendo l'offerta.

Altri paesi stanno ora copiando la strategia

L'ATI non si limita a Washington. Si sta diffondendo a livello globale. In Giappone, i tassi di interesse a lungo termine stanno aumentando rapidamente. Il rendimento dei titoli di Stato decennali è balzato da un territorio negativo prima del 2022 a circa l'1,6% attuale. Ciò è avvenuto mentre la Banca del Giappone iniziava ad aumentare i tassi di riferimento e ad abbandonare la sua precedente politica monetaria estremamente accomodante.

Con un debito pubblico prossimo al 250% del PIL, Tokyo non può permettersi un altro ciclo di QE a pieno regime, a meno che non si verifichi una grave recessione economica.

Ora, il Ministero delle Finanze giapponese starebbe preparando la sua versione dell'ATI. Il piano? Ridurre l'emissione di obbligazioni a lungo termine e aumentare il debito a breve termine, esattamente come hanno fatto gli Stati Uniti. E così, la previsione di Miran si sta avverando.

I governi che adottano l'ATI una volta non se ne vanno più. O persistono, o raddoppiano gli sforzi, proprio come sta facendo l'attuale Tesoro.

Tuttavia, non tutti possono seguire questa strada. L'eurozona non è un candidato probabile. Non esiste un organismo fiscale centrale in grado di emettere ingenti debiti congiunti, e la Banca Centrale Europea dispone già di strumenti di emergenza per controllare l'aumento degli spread in caso di peggioramento.

Ma il prossimo potrebbe essere il Regno Unito. Con finanze pubbliche instabili, la Gran Bretagna potrebbe facilmente finire per copiare l'ATI per evitare il costo crescente dei prestiti a lungo termine.

Il problema più grande è cosa significhi tutto questo per le banche centrali. L'inflazione è ancora troppo alta negli Stati Uniti, in Giappone e nel Regno Unito, e i governi stanno accumulando debito e promuovendo politiche come l'ATI che abbassano artificialmente i costi di indebitamento, il che ovviamente crea un pericoloso conflitto.

Gli economisti l'hanno definita una vera e propria caccia al tesoro: più i governi si lasciano andare a politiche come l'ATI, più sembra che le banche centrali stiano perdendo la partita.

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