Sequestrati 2.700 impianti di mining: la Russia lancia il più grande raid minerario dell’anno

Secondo quanto riportato, la polizia russa ha sequestrato circa 2.700 apparecchiature per il mining di criptovalute da un sito di San Pietroburgo, dopo un'indagine durata mesi su letture insolitamente basse dei contatori.

Il sequestro comprendeva banchi di macchinari, ventole e altri dispositivi di raffreddamento; le autorità affermano di aver portato via anche due trasformatori.

Sequestro di grandi impianti di mining di criptovalute a San Pietroburgo

Gli investigatori affermano che l'operazione è iniziata dopo che gli ispettori energetici hanno notato delle incongruenze tra i dati registrati dai contatori e l'effettivo consumo di energia.

Il sito era collegato alla rete elettrica da marzo 2018. Secondo i funzionari, sarebbe rimasto in funzione fino ad agosto 2025. La polizia afferma che tre residenti di San Pietroburgo, di cui non si conosce il nome, avevano originariamente firmato un contratto per collegare una proprietà commerciale alla rete elettrica più di sette anni fa.

Gli agenti hanno diffuso il video del raid sul canale Telegram del ministero. Il filmato mostra la polizia forzare l'apertura di container chiusi a chiave e spingere un uomo a terra durante la perquisizione dei locali.

In un container si potevano vedere file di macchine attive, con ventole in funzione e sistemi di raffreddamento installati. Altre stanze ospitavano centinaia di altre piattaforme.

Manomissione del contatore e addebiti

Sulla base dei rapporti del Ministero dell'Interno, gli inquirenti ritengono che i sospettati abbiano sfruttato le conoscenze tecniche della rete elettrica per alterare le letture dei contatori, in modo che il servizio pubblico mostrasse un consumo molto inferiore a quello effettivamente utilizzato.

I sospettati responsabili dell'operazione illegale di mining di criptovalute sono stati arrestati e accusati di aver causato "danni alla proprietà tramite inganno o abuso di fiducia", hanno affermato i pubblici ministeri.

Il Ministero non ha rilasciato una stima della quantità di energia elettrica sottratta né del valore economico del furto. I funzionari non hanno inoltre specificato quali monete digitali siano state estratte sul sito. La polizia ha aggiunto di essere ancora alla ricerca di possibili complici legati all'operazione.

Reti più piccole trovate in altre regioni

Questo sequestro segue scoperte simili in Russia e nei territori sotto il controllo di Mosca. A metà settembre, le autorità hanno scoperto un focolaio illegale in quella che Mosca chiama la Repubblica Popolare di Donetsk, dove gli operatori avevano collegato 25 impianti direttamente alla rete, bypassando i contatori. I funzionari hanno segnalato danni stimati in 14 milioni di rubli (170.633 dollari) per quella rete.

In altre aree, sono comparse installazioni nascoste sottoterra o all'interno di camion e furgoni. Tra le regioni menzionate dai funzionari figurano il Daghestan, alcune parti del Caucaso settentrionale e la Siberia meridionale, luoghi in cui l'energia elettrica a basso costo o scarsamente monitorata ha talvolta attratto minatori clandestini.

Immagine in evidenza da Protos, grafico da TradingView

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