- Un nuovo sondaggio condotto da JPMorgan rivela che quest'anno quasi tre quarti dei trader istituzionali non si uniranno alle risorse digitali.
- Solo il 14% dei partecipanti al sondaggio ha mostrato un vivo interesse a continuare o iniziare a fare trading di criptovalute quest'anno.
- Anche l'idea che la tecnologia blockchain sia il catalizzatore per rimodellare la finanza è in calo rispetto allo scorso anno, con solo il 12% che ha optato per la DLT rispetto all'IA.
La paura diffusa sul mercato degli asset digitali è ancora presente, nonostante i recenti guadagni registrati da diversi progetti nelle ultime settimane.
Il gigante bancario JPMorgan ha pubblicato la settima edizione dell'E-Trading Edit di JPMorgan, che comprende le opinioni ottenute intervistando 835 trader da più sedi globali su fattori macroeconomici, sviluppi tecnici e strategie che daranno forma al trading nel 2023.
Il sondaggio di quest'anno mostra un netto calo dell'interesse dei trader istituzionali a continuare a fare trading di criptovalute. Il 72% dei partecipanti ha lasciato intendere di non avere "alcuna intenzione di scambiare monete digitali" nel 2023, mentre solo il 14% ha affermato che avrebbe continuato a fare trading o si sarebbe avventurato nel trading per la prima volta quest'anno.
L'ultimo 14% ha dichiarato di non avere in programma di investire quest'anno, ma potrebbe farlo successivamente poiché continua a monitorare l'attuale situazione del mercato. Il sondaggio ha inoltre mostrato che il 92% dei partecipanti non aveva alcuna esposizione al mercato degli asset digitali all'inizio dell'anno, con solo l'8% che negoziava attivamente in criptovalute.
L'anno scorso, una ricerca condotta da Coinbase ha mostrato che il 62% dei partecipanti che erano investitori istituzionali aveva approfondito il mercato degli asset digitali. Ciò dimostra che le turbolenze del mercato dell'anno precedente hanno influito sulla fiducia degli investitori, rendendoli scettici riguardo alle valute virtuali.
I partecipanti citano fattori macroeconomici
I partecipanti al sondaggio hanno citato diversi fattori, inclusi i mercati volatili come la più grande sfida per il day trading e fattori macroeconomici come l'inflazione e l'aumento dei tassi di interesse. Il 30% dei partecipanti ha affermato che la recessione sarà il principale fattore macroeconomico nel 2023.
Poiché il sondaggio arriva pochi mesi dopo l' implosione di FTX in un anno pieno di frodi sugli asset digitali e un mercato ribassista, si prevedeva un entusiasmo generalmente ridotto tra gli investitori istituzionali.
Infine, il sondaggio mostra anche una visione in declino riguardo alla tecnologia blockchain come catalizzatore strumentale per rimodellare il trading finanziario. Il 12% dei partecipanti ha scelto la blockchain rispetto all'intelligenza artificiale (AI) rispetto a oltre il 50% che ha piantato le proprie tende con l'IA. Nel 2022, sia blockchain che AI hanno ottenuto il 25% dei voti nel sondaggio.