L’OCSE chiede una maggiore trasparenza fiscale sugli asset crittografici

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Nell'aprile 2021, il G20 ha chiesto all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) di progettare un Crypto-Asset Reporting Framework (CARF) per scambiare automaticamente informazioni rilevanti dal punto di vista fiscale sulle criptovalute.

Il 10 ottobre 2022 l'OCSE ha pubblicato un documento intitolato: “Crypto-Asset Reporting Framework and Amendments to the Common Reporting Standard”. Il documento include anche emendamenti al Common Reporting Standard (CRS), adottato nel 2014.

La generale mancanza di una regolamentazione uniforme delle criptovalute, unita alla loro tecnologia sottostante, ha consentito la custodia e il trasferimento di criptovalute al di fuori del sistema finanziario tradizionale, ponendo sfide alla trasparenza fiscale per le autorità.

Di conseguenza, il CARF garantirà la trasparenza delle transazioni di criptovalute scambiando automaticamente tali informazioni con le giurisdizioni di residenza dei contribuenti ogni anno in modo standardizzato simile al CRS.

“Questi sviluppi hanno ridotto la visibilità delle amministrazioni fiscali sulle attività di rilevanza fiscale svolte nel settore, aumentando la difficoltà di verificare se le passività fiscali associate siano adeguatamente segnalate e valutate, il che pone un rischio significativo che i recenti guadagni in termini di trasparenza fiscale globale siano gradualmente eroso”, si legge nel documento.

Una revisione dell'OCSE del CRS ha portato a modifiche in due aree chiave: nuovi prodotti finanziari digitali e introduzione di requisiti di rendicontazione rafforzati. I nuovi prodotti finanziari digitali includono "Prodotti di moneta elettronica specificati" e le valute digitali della banca centrale (CBDC). Le modifiche al CRS tengono conto dell'esperienza maturata dai paesi membri e dalle imprese.

Il documento spiegava che il prodotto monetario elettronico specificato copre le rappresentazioni digitali di un'unica valuta fiat che vengono emesse al ricevimento di fondi per effettuare operazioni di pagamento, che sono rappresentate da un credito nei confronti dell'emittente denominato nella stessa valuta fiat, che sono accettate da un o persona giuridica diversa dall'emittente; e che, in base ai requisiti normativi cui è soggetto l'emittente, sono rimborsabili alla pari con la stessa valuta fiat su richiesta del titolare del prodotto.

Alcuni regolatori fiscali hanno denunciato le criptovalute per aver favorito l'evasione fiscale. “Nel complesso, le caratteristiche del settore Crypto-Asset hanno ridotto la visibilità delle amministrazioni fiscali sulle attività di rilevanza fiscale svolte all'interno del settore, aumentando la difficoltà di verificare se le passività fiscali associate siano adeguatamente segnalate e valutate”, riporta ulteriormente il documento.

I prossimi passi per l'OCSE comprendono un pacchetto di attuazione per garantire l'applicazione coerente a livello nazionale e internazionale e un'attuazione effettiva del CARF e per inserire i meccanismi appropriati per lo scambio automatico di informazioni nell'ambito del CRS modificato. Saranno concordate le tempistiche di attuazione sia per il CARF che per il CRS modificato.

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