Lo yen giapponese segna la serie di perdite più lunga da giugno. Siamo di nuovo nei guai?

Lo yen giapponese viene martellato. Ha registrato sei giorni consecutivi di perdite contro il dollaro USA, scendendo a 153,48 per dollaro al 14 dicembre 2024. Ciò la rende la settimana peggiore per lo yen in oltre due mesi e la sua serie di perdite più lunga da giugno.

Il mercato scommette fortemente che la Banca del Giappone (BoJ) manterrà la sua politica monetaria estremamente espansiva nella riunione del 18-19 dicembre, scegliendo la stabilità piuttosto che l’aumento dei tassi.

La politica monetaria del Giappone sta diventando una scommessa. L'inflazione sta superando l'obiettivo del 2% della BoJ, alimentata dagli aumenti salariali record di ottobre, i più alti degli ultimi 32 anni. Ma invece di intraprendere un’azione coraggiosa per inasprire la politica, la BoJ sembra cauta, persino timida.

I commercianti non sono impressionati. Hanno abbandonato lo yen a favore del dollaro più forte, spinti al rialzo dai rendimenti dei titoli del Tesoro USA e da una Federal Reserve che non ha paura di mostrare i muscoli.

La cautela della BoJ alimenta la svendita dello yen

L'esitazione della BoJ è chiara. L’inflazione sale, i salari salgono, ma i tassi? Sono bloccati. La crescita salariale di ottobre avrebbe dovuto essere un campanello d’allarme: i salari base sono aumentati a un ritmo mai visto da decenni, alimentando il fuoco inflazionistico. Ma la BoJ non ha fretta.

Hanno lasciato intendere che la ripresa economica è fragile e che qualsiasi inasprimento aggressivo potrebbe uccidere lo slancio. Questa cautela ha reso lo yen un bersaglio facile.

I trader di valuta sono spietati. Bloomberg riferisce che lo yen è bloccato nella peggiore crisi da metà anno, con una pressione di vendita in aumento. I numeri sono cupi.

Anche la crescita economica in Giappone è tiepida. Gli stimoli governativi e gli aumenti salariali lo hanno sostenuto, ma non abbastanza da innescare cambiamenti politici coraggiosi. Gli analisti si aspettano che la BoJ mantenga la sua posizione accomodante, anche se ciò significherà che lo yen continuerà la sua caduta libera. Il sentimento del mercato è chiaro: fino a quando il Giappone non agirà, lo yen rimarrà un sacco da boxe.

L'aumento shock dei tassi di agosto tormenta ancora i mercati

L’ultima volta che il Giappone ha scosso la situazione è stato ad agosto. Il 31 luglio la BoJ ha annunciato il primo rialzo dei tassi in 17 anni, portando i tassi di interesse allo 0,25%. La decisione ha colto di sorpresa i mercati. L’inflazione aveva toccato il 3,2% a giugno, costringendo la BoJ a rompere una politica decennale di tassi estremamente bassi. Ma le conseguenze furono brutali.

Nel giro di pochi giorni, il Nikkei 225 crollò di quasi il 20%. Il 5 agosto ha registrato il peggior calo giornaliero dal Lunedì Nero del 1987, perdendo il 12,4%, ovvero oltre 4.400 punti. Il panico non è rimasto in Giappone. Si è diffuso a macchia d'olio.

L'S&P 500 è crollato del 6%, il Nasdaq ha perso il 7,5% e il DAX e il CAC 40 europei sono crollati rispettivamente del 5% e del 4,8%. La decisione della BoJ ha provocato un'onda d'urto sui mercati globali, scuotendo ovunque la fiducia nelle azioni e negli asset.

Anche le criptovalute non sono state risparmiate. Bitcoin è crollato sotto i 50.000 dollari, spazzando via il 27% del suo valore in una sola settimana. Ethereum è crollato del 34%. Oltre 600 milioni di dollari in posizioni crittografiche con leva sono stati liquidati mentre si diffondeva il panico.

I trader che prendevano in prestito yen a buon mercato per finanziare scommesse rischiose – il famigerato carry trade sullo yen – si sono affrettati a liquidare le loro posizioni, aumentando il caos. Gli investitori si sono resi conto che anche il Giappone, il simbolo dei tassi bassi, non era immune al morso dell’inflazione. E ora, con questo, sono di nuovo un po' preoccupati.

Uno yen debole rende le esportazioni giapponesi più economiche, ma rende anche le importazioni estremamente costose, peggiorando l’inflazione. E una volta che sarà abbastanza alto, ci dirigeremo sicuramente verso una ripetizione del 5 agosto.

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