In base a un nuovo disegno di legge di bilancio che ha ricevuto l'approvazione dal parlamento italiano proprio la scorsa settimana, i rivenditori di criptovalute in Italia sarebbero soggetti a un'imposta sulle plusvalenze del 26% a partire dall'anno 2023.
Il governo italiano del primo ministro Giorgia Meloni ha proposto una misura che offrirebbe ai contribuenti la possibilità di dichiarare il valore dei beni a partire dal 1° gennaio 2023 e di pagare un'aliquota fiscale del 14%. Questo ha lo scopo di incoraggiare i contribuenti a rivelare le loro partecipazioni in criptovalute nelle loro dichiarazioni dei redditi.
Dall'inizio di dicembre, quando è stata svelata la bozza del disegno di legge di bilancio, aleggiava l'idea di imporre un'imposta sulle plusvalenze sulle transazioni in criptovalute.
Il documento che è stato accettato contiene una serie di incentivi per i contribuenti a rivelare le loro partecipazioni in criptovalute. Tra questi una proposta di sanatoria sui profitti conseguiti, il pagamento di un'imposta sostitutiva nella misura del 3,5% e l'aggiunta dello 0,5% a titolo di sanzione per ogni anno.
Le criptovalute non sono esattamente regolamentate in Italia
In Italia, dove la criptovaluta è per lo più non regolamentata, un documento di bilancio di 387 pagine legittima le risorse crittografiche descrivendole come una rappresentazione digitale di valore o diritti che possono essere scambiati e mantenuti digitalmente utilizzando la tecnologia del libro mastro distribuito o una tecnologia ad esso paragonabile , come la blockchain.
Il paese è l'ultimo ad adottare un'imposta sulle plusvalenze sulle criptovalute, e arriva poco prima che entri in vigore la legge sui mercati delle risorse crittografiche (MiCA) dell'Unione europea, che offre quadri normativi e severi standard operativi per i fornitori di servizi crittografici all'interno dell'UE Blocco di 27 membri.
Secondo il regolamento, le criptovalute e i token devono essere considerati in Italia alla stregua di una valuta estera. È soggetto ad un'aliquota fiscale ridotta.
La legislazione proposta è ancora aperta per emendamenti in commissione parlamentare. Inoltre, estende l'imposta di bollo agli asset di criptovaluta e contiene obblighi di trasparenza.
In questo momento, circa 1,3 milioni di individui in Italia, che corrispondono al 2,3% della popolazione totale del paese, detengono criptovaluta.
Si prevedeva che i maschi costituissero circa il 57% degli utenti di criptovaluta nel 2022, mentre le femmine costituissero circa il 43%. La stragrande maggioranza degli utenti di criptovalute rientra nella fascia di età compresa tra i 28 e i 38 anni.