Un recente shock finanziario ha scosso Wall Street poiché le banche statunitensi hanno accumulato oltre $ 1 miliardo di costi di licenziamento nella prima metà del 2023. Questo colpo finanziario segnala il prezzo elevato per correggere l'eccessiva espansione aggressiva durante la pandemia di COVID-19.
La vincita da un miliardo di dollari
Tra i giganti bancari che sopportano il peso maggiore di questi costi ci sono Goldman Sachs, Morgan Stanley e Citigroup. Goldman Sachs, che ha risentito del rallentamento del trading e dell'investment banking, ha informato gli investitori di aver speso 260 milioni di dollari in liquidazioni per i primi sei mesi dell'anno.
Questa decisione ha comportato circa 3.400 licenziamenti, pari al 7% della forza lavoro totale della banca.
Numeri simili provengono da Morgan Stanley, che ha riportato più di 300 milioni di dollari spesi in costi di licenziamento, associati a circa 3.000 licenziamenti di dipendenti. Non molto indietro, Citigroup ha confermato 450 milioni di dollari di spese relative al licenziamento, a seguito di quasi 5.000 tagli di posti di lavoro.
Questi licenziamenti nel settore bancario sono stati resi necessari da una sfortunata svista durante la pandemia di COVID-19.
Le banche si sono ritrovate ad espandere la propria forza lavoro in modo troppo aggressivo per gestire un'impennata nel commercio e nella conclusione di accordi, solo per ritrovarsi a corto di personale quando il lavoro a distanza ha ostacolato la produttività.
Investment banking negli Stati Uniti: una storia di boom e crisi
Nel mondo delle montagne russe dell'investment banking, Wall Street ha assistito a un rapido passaggio da un boom di assunzioni a licenziamenti radicali, con oltre 11.000 licenziamenti annunciati quest'anno.
Tuttavia, questo lascia i dirigenti bancari alle prese con una domanda difficile: saranno necessari più licenziamenti, e di conseguenza più indennità di licenziamento, nel corso dell'anno?
Le opinioni tra i leader del settore sono contrastanti. Il CFO di Morgan Stanley, Sharon Yeshaya, rimane ottimista su un arretrato di affari e sul posizionamento della banca per una crescita potenziale.
Allo stesso modo, il CEO di Goldman Sachs, David Solomon, ha annunciato un altro round di licenziamenti basati sulle prestazioni, ma ha aggiunto che non sono sul tavolo ulteriori piani specifici per l'organico.
Al contrario, Citigroup sembra segnalare un percorso più severo, accennando a un modello organizzativo più snello per la seconda metà dell'anno. Wells Fargo, che ha già ridotto il proprio organico di 5.000 unità quest'anno e di 40.000 dalla metà del 2020, prevede ulteriori riduzioni.
Si distingue come una delle poche grandi banche che non ha gonfiato la propria forza lavoro durante la pandemia, in parte a causa di un limite massimo di attività regolamentare a seguito di complicazioni legali.
L'approccio del "modello più snello" è evidente anche in Bank of America, che ha registrato tagli di 4.000 posizioni, principalmente per attrito, eludendo così pesanti controlli di fine rapporto.
JPMorgan Chase si pone come valore anomalo, espandendo la sua forza lavoro dell'8% a 300.000 nel secondo trimestre. Questa crescita non tiene conto dei dipendenti integrati da First Republic, un prestatore con sede in California acquisito a maggio.
In conclusione, il costo di licenziamento di un miliardo di dollari serve come un duro promemoria del precario equilibrio tra espansione aggressiva e personale prudente in tempi incerti.
Con l'avanzare dell'anno, il settore bancario statunitense continuerà a fare i conti con questo delicato equilibrio, con pagamenti potenzialmente più miliardari all'orizzonte.