Le banche statunitensi detengono attualmente oltre 3mila miliardi di dollari in contanti, ma c’è un problema

Gli ultimi rapporti finanziari rivelano una tendenza notevole: le banche statunitensi sono attualmente sedute su una somma allettante di oltre 3mila miliardi di dollari in contanti. Le ragioni di questa strategia finanziaria sono varie e profondamente interconnesse e derivano da un approccio cauto nei confronti di un clima economico imprevedibile e dei recenti fallimenti bancari.

I fantasmi della primavera infestano ancora il regno finanziario

Il settore bancario, chiaramente, non ha dimenticato i recenti shock che ha subito. I catastrofici fallimenti di giganti come la Silicon Valley Bank e la Signature Bank di marzo non hanno solo fatto notizia, ma hanno scosso la fiducia fondamentale che molti avevano nell'ecosistema finanziario. Quando i titani inciampano, le scosse di assestamento si avvertono ovunque. Il frettoloso declassamento di diverse banche statunitensi da parte di agenzie di credito come S&P e Moody's non ha fatto altro che aggiungere sale alle ferite del settore.

In particolare, le riserve finanziarie che le banche hanno ora accumulato sono aumentate del 5,4% dalla fine del 2022, toccando la notevole cifra di 3,26 trilioni di dollari alla fine di agosto. Per fornire una piccola prospettiva, questa cifra è stata drasticamente più alta di qualsiasi cosa vista prima della pandemia, anche se leggermente in calo rispetto alle settimane frenetiche successive ai fiaschi bancari di marzo.

Tuttavia, è essenziale discernere il modello di comportamento delle diverse categorie di banche. Mentre gli istituti di credito di livello medio-piccolo hanno aumentato le loro liquidità di circa il 12% dall’inizio dell’anno, i colossi finanziari di alto livello, le prime 25 banche, hanno registrato solo un aumento del 2,9%.

Non sorprende affatto che i pezzi grossi del mondo bancario, JPMorgan e Bank of America, siano rimasti a bocca chiusa riguardo alle loro strategie specifiche. Tuttavia, hanno lasciato intendere che le azioni della Federal Reserve, il calo dei depositi e l’aumento dei tassi a breve termine hanno avuto un ruolo nelle loro decisioni.

Riduzione del rischio e normative più severe all’orizzonte

Non è solo l’economia instabile a mettere le banche nei guai. Le prossime misure normative hanno regalato notti insonni a molti banchieri. A Wall Street si vocifera che gli organismi di regolamentazione statunitensi potrebbero mostrare i muscoli, stringendo il cappio sulle norme in materia di capitale e liquidità, soprattutto per le banche che vantano asset superiori a 100 miliardi di dollari.

Tale maggiore attenzione normativa da marzo significa che le banche non hanno altra scelta se non quella di salire di livello, perfezionando le loro strategie di liquidità e la gestione delle passività patrimoniali. L’ombra incombente di un controllo più rigoroso significa che non c’è spazio per errori. Le banche devono assicurarsi di essere a prova di bomba nella gestione della liquidità e astute nei loro portafogli di prestiti. Nessuno vuole che l'attenzione del regolatore metta in luce eventuali inadeguatezze nei loro sistemi.

E a proposito di sistemi, il rigoroso regime di inasprimento della Federal Reserve a partire da marzo 2022 ha gettato molte banche in tilt. Il crollo dei valori di molti titoli a lungo termine ha suonato come un campanello d’allarme, con gli investitori che si preoccupano della salute degli asset bancari. Di conseguenza, c'è stata un'attività frenetica con le banche che si sono affrettate per aumentare la liquidità, sia tagliando i loro investimenti in titoli sia vendendoli, anche se questo significa subire un duro colpo.

Prendiamo ad esempio la Bank of America. I loro registri mostrano una vendita sbalorditiva di 93 miliardi di dollari dal loro settore di bilancio disponibile per la vendita entro la prima metà dell’anno. Il ricavato? Versato direttamente nelle loro riserve di cassa. E perchè no? Parcheggiare denaro in titoli a basso rendimento non stava facendo loro alcun favore. Il loro concorrente di punta, JPMorgan, ha seguito l’esempio, scaricando costantemente titoli nell’ultimo anno.

È vero, le banche statunitensi ora nuotano nella liquidità, ma questo non è un evento casuale. È una risposta calcolata a un panorama finanziario caotico. Le banche, da sempre entità pragmatiche, si stanno chiaramente posizionando per un futuro pieno di incertezza, normative più severe e regolatori sempre vigili.

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