Le autorità statunitensi hanno compiuto progressi significativi nella lotta alla criminalità legata alle criptovalute sequestrando circa 31 milioni di dollari legati all'hacking di Uranium Finance del 2021.
L'annuncio è stato fatto dall'ufficio del procuratore americano per il distretto meridionale di New York (SDNY) e dall'Homeland Security Investigations (HSI) a San Diego questa settimana, quasi quattro anni dopo l'attacco.
Sequestro di uranio hack
L'hacking, avvenuto il 28 aprile 2021, ha sfruttato una vulnerabilità critica nei contratti intelligenti di Uranium Finance durante la sua transizione al protocollo V2.1. La falla nei suoi contratti di coppia ha permesso all’aggressore di ritirare quasi tutte le risorse disponibili.
Ciò ha comportato un furto di circa 50 milioni di dollari in varie criptovalute, tra cui Bitcoin (BTC), Ethereum (ETH), Binance Coin (BNB), Binance USD (BUSD), Polkadot (DOT), Cardano (ADA), Tether (USDT) e il token nativo di Uranium, U92.
Inizialmente, i sospetti sull'attacco sono cresciuti a causa della tempistica, avvenuta pochi giorni dopo il lancio dell'aggiornamento V2 di Uranium Finance. In aggiunta alla controversia, il repository del contratto del progetto è stato improvvisamente rimosso da GitHub, il che ha portato molti nella comunità a speculare su un potenziale coinvolgimento interno. Anche i dubbi sulla sicurezza della piattaforma si sono intensificati, soprattutto perché all'inizio dello stesso mese aveva già subito una violazione di 1,3 milioni di dollari.
L'aggressore ha rapidamente riciclato i fondi rubati con l'aiuto del controverso mixer di criptovalute Tornado Cash e AnySwap, un ponte a catena incrociata, per trasferire risorse attraverso blockchain. Nonostante questi tentativi di offuscamento, le forze dell’ordine sono riuscite a recuperare una parte significativa dei fondi rubati.
Attacchi alle piattaforme crittografiche
L'ultimo sequestro arriva mentre i crimini informatici legati alle criptovalute continuano ad aumentare, con un recente hack di alto profilo che ha preso di mira Bybit che ha perso circa 1,4 miliardi di dollari in asset crittografici. L'FBI ha ufficialmente attribuito la rapina alla Corea del Nord, consolidando ulteriormente il ruolo del paese nel furto di criptovalute globale.
Con un totale di fondi rubati nel 2024 che hanno raggiunto i 2,2 miliardi di dollari, è la quinta volta negli ultimi dieci anni che le perdite annuali superano il miliardo di dollari. È interessante notare che le operazioni criminali informatiche della Corea del Nord rappresentano ora il 61% del totale delle criptovalute rubate quest'anno e il 20% di tutti gli incidenti di hacking.
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