L’Australia stabilisce nuove regole: le società crittografiche devono ottenere licenze finanziarie

L’Australia sta adottando misure considerevoli per regolamentare il business delle criptovalute, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza dei consumatori e ridurre le attività fraudolente.

La Australian Securities and Investments Commission (ASIC) ha rivelato l'intenzione di obbligare le imprese di criptovaluta, compresi gli scambi, a richiedere licenze per servizi finanziari ai sensi del Corporations Act.

Questa decisione arriva in un contesto in cui crescono le preoccupazioni per le frodi e la necessità di un monitoraggio approfondito del settore delle risorse digitali in rapida evoluzione.

Un nuovo regime di licenze

Alan Kirkland, commissario dell'ASIC, ha richiamato l'attenzione sulla creazione di un quadro di licenze durante un recente incontro a Sydney.

Ha detto che secondo la legge, Bitcoin ed Ether – due delle criptovalute più popolari – rientrano nella definizione di prodotti finanziari. Pertanto, è lecito ritenere che molte entità cripto-asset dovranno ottenere licenze per poter operare legalmente in Australia.

Questa mossa normativa dovrebbe essere confermata entro novembre 2024, quando l'ASIC fornirà una guida aggiornata che chiarirà come i vari token crittografici dovrebbero essere classificati ai sensi della legge.

Kirkland ha sottolineato quanto sia importante questo requisito di licenza per proteggere i consumatori e combattere gli illeciti del mercato.

Le restrizioni implementate dall'ASIC garantiranno che le società di criptovaluta operino entro limiti finanziari fermamente stabiliti come la trasparenza e la conformità antiriciclaggio. In effetti, la misura mira a salvaguardare gli investitori ma consentendo un campo più pulito ad alcuni soggetti che assumono rischi nelle risorse digitali.

Australia: affrontare le attività fraudolente

L’aumento allarmante delle attività disoneste che coinvolgono le criptovalute evidenzia la necessità di tali limitazioni. Solo lo scorso anno, l’ASIC ha cancellato circa 7.300 siti web fasulli; di questi, 615 erano collegati alle criptovalute.

La Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) ha affermato che più della metà di tutte le pubblicità relative alle criptovalute presenti sui siti erano fraudolente. Questi dati descrivono un’immagine cupa del settore cripto australiano, in cui gli investitori devono affrontare enormi pericoli.

La polizia federale australiana ha inoltre affermato che attori illegali hanno compromesso centinaia di portafogli di criptovalute, provocando perdite significative per le persone.

Con le truffe che hanno causato danni per circa 1,3 miliardi di dollari agli australiani solo nel 2023, la necessità di una regolamentazione efficace non è mai stata così grande.

Il nuovo quadro di licenza è visto come un passo importante verso la riduzione al minimo di questi pericoli e la garanzia che i consumatori possano interagire in sicurezza con le criptovalute.

La strada da percorrere

Guardando al futuro, il panorama normativo per le criptovalute in Australia sta per cambiare. L’anno scorso, il Tesoro ha proposto che gli scambi che detengono asset considerevoli richiedano una licenza australiana per i servizi finanziari.

Tuttavia, i tempi per l’attuazione di queste proposte rimangono sconosciuti, soprattutto in vista delle prossime elezioni federali.

Mentre l’Australia si prepara a queste riforme legali, sia i consumatori che gli attori del settore dovranno adattarsi a una nuova era di conformità e controllo delle criptovalute.

L’obiettivo è che queste regole non solo tutelino gli investitori, ma consentano anche l’innovazione all’interno di un quadro responsabile che promuova la crescita mitigando al tempo stesso i rischi.

Immagine in primo piano di PayBito, grafico di TradingView

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