L’Australia fa schioccare la frusta: gli exchange di criptovalute devono affrontare nuove e severe regole

Giovedì l'Australia ha adottato misure per adeguare le piattaforme di criptovalute alle normative finanziarie tradizionali, proponendo multe che potrebbero raggiungere i 16,5 milioni di dollari australiani o fino al 10% del fatturato annuo di un'azienda in caso di violazioni gravi.

Secondo la bozza di esposizione del Tesoro, il piano obbligherebbe gli exchange e i fornitori di servizi di custodia a possedere una licenza australiana per i servizi finanziari e a rispettare gli standard di condotta volti a proteggere i clienti e i loro beni.

Cosa significano le regole sulle criptovalute

Secondo quanto riportato , la bozza creerebbe due nuovi tipi di prodotti finanziari, ovvero le "piattaforme di asset digitali" e le "piattaforme di custodia tokenizzate", e le integrerebbe nel Corporations Act, in modo che rientrino sotto la supervisione dell'ASIC.

Le piattaforme che detengono criptovalute dei clienti o regolano le transazioni dovrebbero registrarsi, seguire le regole di custodia e fornire informazioni più chiare agli utenti al dettaglio.

Il vice tesoriere Daniel Mulino ha segnalato questi cambiamenti durante un vertice normativo e ha definito le riforme un modo per eliminare i malintenzionati, sostenendo al contempo le aziende legittime.

La bozza stabilisce obblighi mirati su come le piattaforme detengono i beni dei clienti, come gestiscono i regolamenti e i rischi e quali informazioni devono fornire prima di offrire servizi al pubblico.

Le aziende che già utilizzano sistemi simili si troveranno ad affrontare normative più simili a quelle a cui si conformano oggi le banche e gli altri enti finanziari autorizzati.

Sanzioni e soglie

Secondo diversi briefing, le sanzioni per le violazioni ammonterebbero a quella maggiore: 16,5 milioni di dollari australiani, tre volte il guadagno derivante dalla violazione o il 10% del fatturato annuo.

Questa combinazione mira a scoraggiare errori deliberati o su larga scala, anziché penalizzare solo piccoli errori. La bozza propone anche un'esenzione per i piccoli operatori, in modo che non sia necessaria una licenza completa se detengono meno di 5.000 dollari australiani per cliente e facilitano transazioni inferiori a 10 milioni di dollari australiani all'anno.

Il modo in cui verrà misurato il "fatturato" – se si riferisca al fatturato globale, al fatturato della sola Australia o ad altro – non è stato specificato nel dettaglio nella bozza. Questa questione sarà fondamentale per stabilire quanto sarà doloroso il regime sanzionatorio per le borse multinazionali.

Esistono anche norme mirate ad attività specifiche, come lo staking, i wrapped token e le infrastrutture pubbliche per i token. Il governo afferma che il quadro normativo mira a essere flessibile, in modo che le autorità di regolamentazione possano stabilire quali servizi debbano essere sottoposti a controlli più rigorosi in caso di variazione dei rischi.

Risposta del settore e prossimi passi

I gruppi del settore, le criptovalute e gli exchange globali hanno dato risposte caute. Alcuni hanno affermato che regole più chiare favoriranno la crescita eliminando l'incertezza; altri hanno avvertito che i costi di conformità potrebbero essere elevati per gli operatori di medie dimensioni.

Secondo quanto riportato, il periodo di consultazione per la bozza durerà fino al 24 ottobre 2025, dopodiché il governo prenderà in considerazione le osservazioni e perfezionerà la legge prima di presentare la versione definitiva.

Immagine in evidenza Nomads Hostel, grafico da TradingView

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