In uno sforzo determinato per combattere la crescente questione della violenza delle bande che affligge il paese, il governo svedese ha presentato un piano audace per espandere in modo significativo le proprie capacità di sorveglianza. La proposta, presentata dal ministro della Giustizia Gunnar Strömmer del partito moderato, prevede l'installazione di altre 2.500 telecamere di sorveglianza entro il prossimo anno, segnando un aumento sostanziale di cinque volte nella presenza di telecamere da quando l'attuale governo è entrato in carica.
Piano di espansione della sorveglianza
Il principio centrale di questa iniziativa ruota attorno a quella che il governo chiama una “nuova offensiva delle telecamere”. Questa offensiva, che ha raccolto il sostegno di vari partiti politici, tra cui i Democratici svedesi, cerca di rafforzare gli sforzi di applicazione della legge migliorando le infrastrutture di sorveglianza a livello nazionale.
Tuttavia, questo piano ambizioso è subordinato alle modifiche alla legislazione esistente che disciplina la sorveglianza tramite telecamera, che è attualmente oggetto di un’indagine in corso. Si prevede che la commissione d'inchiesta presenterà i suoi risultati e le sue proposte in aprile.
Riconoscimento facciale e integrazione AI
Se le modifiche proposte alla legge venissero approvate, garantirebbe alla polizia un kit di strumenti potenziato per combattere la criminalità in modo più efficace. Una componente chiave di questo arsenale è l’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale con l’aiuto dell’intelligenza artificiale (AI). Questo progresso mira a semplificare l’identificazione dei criminali, in particolare dei membri delle bande, rafforzando così la capacità delle forze dell’ordine di arrestare e perseguire i trasgressori.
Inoltre, le modifiche alla legge autorizzerebbero la lettura automatica delle targhe e un ambito più ampio per l’impiego dei droni nelle operazioni di polizia. Queste misure mirano a migliorare l’efficienza delle indagini e a potenziare la rete complessiva di sorveglianza.
Efficacia della sorveglianza
A livello internazionale, la ricerca indica che la sorveglianza tramite telecamera può esercitare un’influenza positiva nella riduzione di vari tipi di criminalità, compresi i furti e i reati legati alla droga. Il criminologo svedese Manne Gerell, esperto di violenza tra bande, ha condotto studi evidenziando che la sorveglianza tramite telecamera può anche essere cruciale nel diminuire i crimini violenti, in particolare nelle aree vulnerabili. La sua ricerca, focalizzata in particolare su Göteborg, la seconda città più grande della Svezia, sottolinea che la sorveglianza tramite telecamera ha avuto un impatto più pronunciato sui crimini violenti rispetto ai reati legati alla proprietà.
Oltre al suo effetto deterrente contro la criminalità, la sorveglianza tramite telecamera aiuta a indagare sulle attività criminali. Sebbene possa semplificare il processo di identificazione dei sospetti, gli esperti avvertono che la qualità dei filmati di sorveglianza spesso non è sufficiente a fornire la chiarezza necessaria per l’identificazione definitiva.
La proposta espansione delle capacità di sorveglianza ha sollevato preoccupazioni tra i difensori della privacy. La natura invasiva della tecnologia di riconoscimento facciale, in particolare, ha acceso dibattiti sui diritti alla privacy dei cittadini. Markus Lahtinen, ricercatore dell’Università di Lund, riconosce la potenza del riconoscimento facciale come strumento di sorveglianza, ma sottolinea i potenziali svantaggi, tra cui l’uso improprio e il monitoraggio dei cittadini.
'Hotspot' europei per le sparatorie
L'urgenza di affrontare la violenza delle bande in Svezia è sottolineata dall'emergere di diversi "punti caldi" europei per le sparatorie. Città come Stoccolma, Malmö e Göteborg hanno registrato un aumento allarmante della violenza legata alle armi. Questa tendenza esclude la Svezia; Anche le città più grandi dei Paesi Bassi, del Belgio e della Francia si sono confrontate con questo problema. Nils Duquet, ricercatore specializzato nel commercio illegale di armi e nella violenza armata, esprime preoccupazione che questo modello possa estendersi ad altri paesi europei, evidenziando la necessità di una risposta coordinata.
Criminalità organizzata in Norvegia
La prevalenza delle reti criminali organizzate non è un fenomeno esclusivo della Svezia, poiché la vicina Norvegia è alle prese con sfide simili. Il Servizio nazionale di investigazione criminale (Kripos) in Norvegia ha avviato uno sforzo per identificare le aree in cui operano le reti criminali organizzate. Il capo della Kripos Kristin Kvigne riconosce la natura interconnessa di queste attività criminali, con menti che prendono di mira diversi paesi nordici e l'Europa. La diversificazione delle imprese criminali, compreso il coinvolgimento nel traffico di droga, sottolinea la natura multiforme della criminalità organizzata.
Cooperazione internazionale per una soluzione globale
Affrontare il problema della criminalità organizzata, soprattutto in un contesto transnazionale, richiede la collaborazione con le principali unità di polizia in Europa e nel mondo. Kristin Kvigne sottolinea l'importanza della cooperazione internazionale per combattere efficacemente la crescente minaccia della criminalità organizzata, sottolineando che rappresenta una sfida condivisa che richiede una risposta unitaria.