La Banca centrale europea (BCE) sottolinea le urgenti implicazioni economiche del degrado della biodiversità, lontano dalle spesso criticate persecuzioni del "potere dei fiori".
La correlazione diretta tra sostenibilità economica e conservazione ambientale è al centro del discorso, secondo Frank Elderson, membro del comitato esecutivo della BCE.
Deterioramento dell'ecosistema: una minaccia per l'economia
Elderson contrasta con forza l'idea che l'attenzione ambientale della BCE si discosti dalla sua missione primaria. Ha sottolineato che natura ed economia sono indissolubilmente legate, sostenendo che "distruggi la natura e distruggi l'economia".
Le conseguenze economiche negative della perdita di biodiversità vanno oltre le preoccupazioni ambientali; toccano il cuore dell'economia e potenzialmente pongono rischi significativi per la stabilità dei prezzi e l'inflazione.
In un primo esame nel suo genere, la BCE ha valutato i dati di oltre quattro milioni di imprese nel blocco della moneta unica di 20 paesi. I risultati allarmanti rivelano che un significativo 72% di queste aziende e il 75% dei prestiti bancari nella regione sono esposti alla perdita di biodiversità.
Queste attività fanno affidamento su almeno un "servizio legato alla natura" come l'impollinazione, l'acqua pulita, il suolo sano, il legname o la sabbia.
Ad esempio, la diminuzione delle popolazioni di insetti ha un impatto diretto sul settore agricolo, che dipende fortemente dall'impollinazione delle piante. Questa interruzione nella catena di approvvigionamento potrebbe potenzialmente portare all'inflazione e alla destabilizzazione del sistema economico.
Guardare avanti: affrontare i rischi derivanti dalla perdita di biodiversità
La BCE sta intensificando gli sforzi per spingere le banche a riconoscere e mitigare i pericoli associati alle perdite di biodiversità. Nel 2020 ha pubblicato una guida per gli istituti di credito per rivedere le loro pratiche di gestione e divulgazione del rischio per affrontare i rischi climatici e ambientali.
Nonostante questi sforzi, secondo Elderson, il 40% delle banche della zona euro non ha ancora valutato adeguatamente la propria esposizione ai rischi legati alla natura.
Tuttavia, alcuni istituti di credito progressisti hanno iniziato ad allocare capitali per le minacce ambientali nei loro calcoli interni del rischio. Il membro esecutivo della BCE ha mostrato impegno nel motivare altre istituzioni finanziarie a seguire l'esempio, promettendo sia "carote che bastoni" per incoraggiarle ad affrontare la questione.
Questa nuova attenzione sulla perdita di biodiversità da parte della BCE fa eco a una tendenza in crescita tra le banche centrali di tutto il mondo. Altre nazioni, tra cui Francia, Paesi Bassi, Brasile, Malesia e Singapore, hanno condotto valutazioni simili.
La Banca d'Inghilterra sta anche esaminando i potenziali rischi finanziari derivanti dalla perdita della natura, poiché ha scoperto che il 72% dei prestiti del Regno Unito è stato concesso a società che dipendono da "servizi ecosistemici".
Nonostante alcune critiche da parte di personaggi come l'ex governatore della Banca d'Inghilterra Mervyn King e il presidente della Federal Reserve americana Jay Powell, che sostengono che le banche centrali rischiano un coinvolgimento politico attraverso il loro lavoro sui rischi ambientali, la BCE rimane ferma.
Sta esaminando attivamente il potenziale impatto dei cambiamenti nella politica del governo, nelle preferenze dei consumatori e nel comportamento degli investitori in risposta al danno ambientale sulle aziende fortemente inquinanti, sulle banche che le finanziano e sull'economia in generale.
L'urgenza di affrontare la perdita di biodiversità e le sue ripercussioni economiche è ripresa da Elderson: "L'economia si basa sui servizi della natura".
Mentre la BCE continua a mappare questo territorio inesplorato, la questione centrale non diventa se si tratti di una missione strisciante, ma se la missione sia abbastanza critica da giustificare un'attenzione e un'azione immediate.