Il CEO di JP Morgan sostiene l’abolizione del limite di indebitamento

Jamie Dimon, l'amministratore delegato di JPMorgan, una delle più grandi banche del mondo, ha espresso il suo sostegno all'abolizione del limite del debito in una recente intervista a Punchbowl News, una testata politica statunitense. Ha sottolineato che il dramma derivante dalle discussioni del Congresso sull'innalzamento del limite del debito può influire negativamente sugli Stati Uniti e sull'economia globale.

Il rischio di avvicinarsi al default

Secondo Dimon, anche la prospettiva di avvicinarsi al default può essere dannosa per l'economia americana e globale, in quanto solleva dubbi sulla capacità del governo statunitense di onorare i propri debiti. Ha sostenuto che la corsa al default potrebbe anche essere dannosa perché potrebbe mettere in discussione i rating del debito americano, che sono vitali per l'economia mondiale.

Dimon, che è amministratore delegato di JPMorgan dal 2005, conosce bene gli aspetti politici di tali discussioni, avendo vissuto in prima persona la crisi finanziaria del 2008. Crede che la politica che circonda il limite del debito possa portare a decisioni sbagliate mentre il Congresso tenta di raggiungere un accordo. Dimon ha inoltre affermato che l'incertezza generata da queste situazioni potrebbe causare il panico, portando a comportamenti irrazionali e potenziali turbolenze nei mercati statunitensi e globali. Ha avvertito che tale panico potrebbe far precipitare un'altra crisi simile a quella vissuta nel 2008-2009.

Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha avvertito che il governo degli Stati Uniti potrebbe andare in default già dal 1° giugno senza l'intervento del Congresso. Ciò evidenzia l'urgenza di affrontare la questione del limite del debito e le potenziali conseguenze se non si raggiunge un accordo tempestivamente.

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