Domenica 23 novembre, la comunità Bitcoin e i sostenitori della società di tesoreria BTC Strategy hanno manifestato una rabbia sempre maggiore nei confronti della banca d'investimento multinazionale americana JP Morgan. La loro frustrazione ha portato alla necessità di un "boicottaggio" nei confronti della holding di servizi finanziari.
Questa reazione negativa è seguita a una fuga di notizie secondo cui MSCI, acronimo di Morgan Stanley Capital International, fornitore globale di indici, dati e analisi dei mercati finanziari utili per gli investitori di tutto il mondo, intende eliminare le società di tesoreria crypto dai suoi indici. MSCI è uno dei fornitori di indici più influenti al mondo e le sue decisioni possono generare miliardi di dollari in investimenti istituzionali. L'inclusione in un indice MSCI attrae spesso investimenti passivi da fondi comuni di investimento, ETF e grandi fondi pensione, mentre l'esclusione può innescare vendite automatiche e ridurre la liquidità per le aziende interessate.
Secondo la notizia, questa iniziativa avrebbe dovuto entrare in vigore a partire da gennaio 2026. È interessante notare che alcune fonti hanno segnalato che JP Morgan aveva precedentemente condiviso questa informazione in una nota di ricerca.
I sostenitori di Bitcoin esortano le persone a boicottare JPMorgan
I sostenitori di Bitcoin e Strategy hanno invitato la gente a scendere in piazza in massa per protestare contro JP Morgan . In risposta a questo appello, l'investitore immobiliare e sostenitore di Bitcoin Grant Cardone ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di essere riuscito a prelevare solo 20 milioni di dollari da JPMorgan Chase & Co.
A seguito di questa accusa, Cardone ha promesso di intentare una causa contro l'azienda per problemi con le carte di credito. La dichiarazione dell'investitore immobiliare ha illustrato la natura intensa della situazione legata al boicottaggio online. Riguardo alle sue affermazioni, il sostenitore di Bitcoin Max Keiser ha esortato Cardone a far fallire JP Morgan e a investire i suoi soldi in una strategia e in BTC.
Secondo fonti attendibili, se MSCI decidesse di rimuovere le società di tesoreria crypto dai suoi indici azionari, fondi e gestori patrimoniali potrebbero essere costretti a vendere automaticamente le proprie azioni se dovessero acquistare specifiche tipologie di strumenti finanziari. Gli analisti hanno avvertito che un simile provvedimento potrebbe danneggiare l'intero mercato delle criptovalute.
Nel frattempo, vale la pena sottolineare che Strategy è stata aggiunta al Nasdaq 100 a dicembre 2024. Il Nasdaq 100 è un indice azionario che include 100 delle più grandi e più attivamente scambiate società non finanziarie quotate al Nasdaq Stock Exchange. Questo importante traguardo ha permesso a Strategy di beneficiare del capitale passivo derivante da fondi e investitori che detengono azioni del Nasdaq 100.
L'incertezza che circonda i cambiamenti proposti nella politica MSCI accende i dibattiti nel settore
Michael Saylor, presidente esecutivo e fondatore di Strategy, aveva precedentemente commentato le modifiche proposte alla politica di MSCI. Saylor aveva sostenuto che Strategy non era un fondo, un trust o una holding, ma una società di finanza strutturata basata su Bitcoin.
Ha spiegato che "Fondi e trust si limitano a detenere asset. Le holding mantengono gli investimenti. Noi creiamo, progettiamo, emettiamo e gestiamo le nostre attività".
D'altro canto, alcune fonti hanno osservato che la modifica proposta alle normative di quotazione MSCI richiederebbe a qualsiasi società di tesoreria con più del 50% del proprio bilancio in criptovalute di perdere il proprio status di indice.
Successivamente, alle aziende interessate verrebbero presentate due opzioni tra cui scegliere. Queste opzioni includono: l'azienda decide di ridurre il proprio patrimonio in criptovalute per scendere al di sotto del limite per l'inclusione nell'indice oppure di smettere di ricevere capitale passivo dagli indici di mercato.
In seguito a questa spiegazione, gli analisti hanno espresso la convinzione che una svendita improvvisa da parte delle società di criptovalute, in risposta alla proposta di modifica dell'indice MSCI, potrebbe far scendere i prezzi delle attività digitali.
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