Joe Biden ha un problema saudita – ed è davvero molto grave

Mentre il presidente Joe Biden concentra la sua attenzione sul rafforzamento dell’economia statunitense e sulla lotta all’inflazione nel suo tentativo di rielezione, si ritrova ad affrontare una situazione emergente e problematica: un aumento del prezzo del petrolio imposto dall’Arabia Saudita. Con l’Arabia Saudita e la Russia che uniscono le forze per spingere i prezzi del petrolio sempre più vicino all’allarmante soglia dei 100 dollari, le strategie economiche di Biden sono in pericolo.

Navigare in acque petrolifere preoccupanti

Questo recente sviluppo vede il greggio Brent, un punto di riferimento del petrolio, superare per la prima volta la soglia dei 90 dollari al barile nel 2023. Questa impennata è principalmente attribuita alla scelta strategica di Riad e Mosca di mantenere i tagli all’offerta fino alla fine dell’anno. È una mossa audace, soprattutto se si considera l’aumento del 25% dei prezzi del petrolio da giugno, spinto da una domanda globale senza precedenti. Ma ciò che preoccupa ancora di più Biden è il tempismo.

Gli sforzi dell’Arabia Saudita per gonfiare i prezzi del petrolio arrivano in un momento cruciale. Gli Stati Uniti, da un lato, stanno lavorando per consolidare un accordo storico per colmare le relazioni tra Israele e il regno. Dall’altro, sta cercando di rafforzare un’alleanza contro la Russia nell’imminente incontro del G20 in India. Di conseguenza, le tensioni tra Washington e Arabia Saudita minacciano di esplodere, soprattutto se gli Stati Uniti decideranno di puntare il dito contro l’escalation prezzi alla pompa e potenziale recessione economica.

Nonostante la gravità della situazione, la tanto pubblicizzata “Bidenomics” di Biden è in fase di sperimentazione. I prezzi alla pompa hanno storicamente avuto una notevole influenza sui sentimenti degli elettori riguardo all’economia. Con gli esperti del mercato petrolifero che prevedono che i prezzi del greggio toccheranno la soglia dei 100 dollari al barile prima della fine dell’anno, i costi del carburante sono destinati a salire alle stelle. Questo aumento potrebbe benissimo annullare tutto l’ottimismo che circonda il calo dell’inflazione nei paesi occidentali.

Un enigma politico in mezzo all’aumento dei prezzi

Mentre la Federal Reserve americana è alle prese con la potenziale necessità di aumentare i tassi di interesse già altissimi per stabilizzare l’economia, le strategie di Biden sono sotto un microscopio. Un continuo aumento dei prezzi del carburante minaccia non solo di contrastare il sentimento pubblico positivo sulla situazione economica, ma anche la credibilità dell'amministrazione Biden nella sua capacità di controllare l'inflazione.

L’inflazione dei prezzi dei carburanti è evidente. Le stazioni di servizio statunitensi hanno riportato un aumento dei prezzi di quasi un quarto quest'anno, con il costo per gallone ora a 3,80 dollari. Sebbene non abbia ancora raggiunto il picco record di oltre 5 dollari la scorsa estate, si tratta di un incredibile aumento del 60% rispetto ai prezzi di quando Biden è entrato in carica. Tali statistiche sono opportunità d’oro per i critici repubblicani. Stanno attribuindo apertamente l'aumento dei prezzi alla posizione più focalizzata sull'ambiente della Casa Bianca, a scapito della produzione nazionale di petrolio.

Le precedenti strategie della Casa Bianca, come sollecitare i trivellatori di scisto ad aumentare la produzione di petrolio e liberare greggio dalle riserve federali, sembrano perdere la loro efficacia. Con la Riserva Strategica di Petrolio che sta scendendo ai livelli più bassi dal 1983 e la lenta crescita del settore dello scisto, l’Arabia Saudita esercita ora un’influenza ancora maggiore sui prezzi globali del petrolio.

L’evoluzione del rapporto tra Biden e Riyadh sta diventando un punto focale per i critici. Alcuni sostengono che i rapporti tesi abbiano aperto la strada all’Arabia Saudita per stringere i legami con la Russia e manipolare il mercato petrolifero. Nel frattempo, sono diffuse le speculazioni sugli obiettivi dell’Arabia Saudita, in particolare con l’ambizioso progetto di riforma Vision 2030 del regno che richiede prezzi del petrolio stabili ed elevati.

Mentre la Casa Bianca si sforza di ricucire il suo rapporto con Riyadh, è chiaro che l’amministrazione Biden vede l’associazione USA-Arabia Saudita al di là delle sole dinamiche petrolifere. Tuttavia, con la possibilità che i prezzi del petrolio raggiungano i 120 dollari al barile, le priorità potrebbero cambiare rapidamente. L’Arabia Saudita, conoscendo la sua influenza sui prezzi del petrolio e sulle imminenti elezioni americane, potrebbe avere l’asso in questo gioco di poker geopolitico ad alta posta.

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