Imran Khan si assume la responsabilità di un articolo controverso sull’Economist

L'ex primo ministro pakistano Imran Khan, attualmente detenuto nel carcere di Adiala, a Rawalpindi, ha rivendicato la paternità di un recente articolo pubblicato su The Economist. Il pezzo controverso ha suscitato un acceso dibattito nel panorama politico del paese.

In una conversazione informale con i giornalisti all’interno dei confini della prigione di Adiala, Imran Khan si è assunto la piena responsabilità dell’articolo recentemente apparso su The Economist. Khan ha confermato quando gli è stato chiesto se ha scritto lui l'articolo, affermando di averne dettato il contenuto. Questa rivelazione ha aggiunto un altro livello di intrigo alla controversia in corso sull'articolo.

L'intelligenza artificiale in politica

Imran Khan ha accennato alle mutevoli dinamiche della comunicazione politica, affermando che il suo partito pubblicherà presto un nuovo “discorso” sui social media. Quando gli è stato chiesto se sarebbe stato in formato audio o video, ha risposto: “Oggi è un’era di intelligenza artificiale ”, evidenziando il ruolo in evoluzione della tecnologia nel discorso politico.

Nonostante le difficoltà incontrate nella partecipazione al processo elettorale, Imran Khan ha sottolineato l’importanza di tenere elezioni a livello nazionale nei tempi previsti. Ha sostenuto che le elezioni sono cruciali per l'economia e la stabilità politica del paese. L'insistenza di Khan su elezioni tempestive sottolinea l'importanza dei processi democratici in Pakistan.

Imran Khan ha messo in dubbio le indagini in corso sugli incidenti del 9 maggio e ha affermato che facevano parte di una cospirazione contro il PTI. Ha specificamente sottolineato il furto di filmati CCTV relativi al suo arresto, all'attacco al GHQ e alla casa del comandante del corpo. Khan ha chiesto di identificare e perseguire penalmente le persone responsabili del furto, suggerendo che ciò avrebbe rivelato informazioni critiche.

La polemica sulla rubrica dell'Economist

Il cuore della controversia risiede in un articolo pubblicato su The Economist, presumibilmente scritto da Imran Khan. Nell'articolo, Khan lamentava la mancanza di condizioni di parità per il suo partito nella politica pakistana, sostenendo che l'establishment non era disposto a fornirne una. Ha sostenuto che le elezioni tenute in tali circostanze sarebbero una “farsa”.

Khan ha ribadito le sue affermazioni di influenza esterna sul suo governo, suggerendo che un funzionario americano aveva inviato un messaggio indicando un voto di sfiducia per rimuoverlo dalla carica di primo ministro. Ha inoltre affermato che l'ex generale del COAS Bajwa aveva lavorato per mesi per influenzare gli alleati e gli esponenti parlamentari contro il PTI.

La controversia che circonda l'articolo ha sollevato dubbi sul fatto che le regole carcerarie del Pakistan consentano ai detenuti di scrivere per pubblicazioni straniere e di impegnarsi attivamente nella politica durante la detenzione. Il quadro giuridico relativo ai diritti dei prigionieri, al coinvolgimento politico e alla comunicazione con i media stranieri rimane sotto esame.

Risposta del governo

Il ministro federale provvisorio per l'informazione e la radiodiffusione, Murtaza Solangi, è intervenuto. Ha suggerito che la prigione di Adiala ricade sotto la giurisdizione del governo del Punjab e, pertanto, qualsiasi indagine sulla questione dovrebbe essere condotta dalle autorità provinciali. Solangi ha espresso scetticismo sull'autenticità dell'articolo, etichettandolo come un "articolo fantasma". Ha affermato che il governo federale si sarebbe rivolto all'Economist per chiarire se l'articolo di Imran Khan ha seguito il giusto processo e ha aderito al manuale della prigione.

La controversia sulla pretesa di paternità dell'articolo di Imran Khan per l'articolo dell'Economist continua a turbare il panorama politico del Pakistan. L'ammissione di Khan e le conseguenti domande sui diritti dei prigionieri e sul coinvolgimento politico all'interno del sistema carcerario hanno aggiunto complessità alla situazione.

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