Un tribunale olandese ha ordinato a Meta di offrire ai suoi utenti olandesi opzioni semplici per personalizzare il proprio feed. Il nuovo caso si aggiunge alla lunga lista di sfide normative e legali che Meta deve affrontare in Europa, dopo che un tribunale olandese ha ordinato all'azienda di rivedere il suo sistema algoritmico.
Un tribunale olandese ha ordinato a Meta Platforms di modificare il modo in cui Facebook e Instagram presentano i contenuti agli utenti, stabilendo che l'affidamento dell'azienda alla profilazione e le sue pratiche di progettazione violano le normative digitali dell'Unione Europea.
Meta ha solo due settimane per ottemperare alla sentenza.
Il tribunale olandese ordina a Meta di rivedere il suo algoritmo
Il Tribunale distrettuale di Amsterdam ha stabilito che sia Facebook che Instagram non forniscono agli utenti olandesi opzioni semplici e dirette per accedere a una cronologia libera da profilazione algoritmica. Con l'attuale configurazione, gli utenti che selezionano un feed cronologico o non profilato vedono le loro preferenze reimpostate su una cronologia predefinita "consigliata" ogni volta che chiudono l'app o il sito web.
Il tribunale di Amsterdam ha concluso che un "dark pattern" proibito costituisce una tattica di progettazione manipolativa che spinge gli utenti verso scelte meno rispettose della privacy. Secondo la sentenza, tali pratiche ledono il diritto alla libertà di informazione garantito dal diritto europeo.
"Nei Paesi Bassi le persone non sono sufficientemente in grado di fare scelte libere e autonome sull'uso dei sistemi di raccomandazione profilati", ha affermato la corte , richiamando l'attenzione sulle imminenti elezioni generali olandesi del 29 ottobre e sottolineando l'importanza di preservare la genuina scelta dell'utente.
Meta deve ora fornire un meccanismo "diretto e semplice" che consenta agli utenti di rinunciare a una cronologia personalizzata e garantire che tali preferenze rimangano valide per tutte le sessioni. Se l'azienda non si adegua entro due settimane, potrebbe incorrere in ulteriori sanzioni legali e normative.
Meta ha intenzione di contestare
Meta ha affermato che continuerà a sostenere di aver già apportato modifiche sostanziali per conformarsi al Digital Services Act (DSA). Il colosso tecnologico guidato da Zuckerberg ha evidenziato le modifiche che consentono agli utenti di accedere a un feed cronologico e ha affermato di aver adeguatamente informato gli utenti nei Paesi Bassi su tali strumenti.
Un portavoce di Meta ha avvertito che la sentenza rischia di minare il quadro normativo digitale unificato dell'UE. "La questione è di competenza della Commissione europea e delle autorità di regolamentazione a livello europeo, non dei tribunali dei singoli paesi", ha affermato il portavoce. "Procedimenti come questo minacciano il mercato unico digitale e il regime normativo armonizzato che dovrebbe sostenerlo".
Meta ha inoltre sottolineato di essere stata proattiva nell'allineare le proprie piattaforme alla legge sui dati digitali (DSA), entrata in vigore all'inizio di quest'anno. La legge impone alle grandi piattaforme di garantire trasparenza sul funzionamento degli algoritmi, di offrire agli utenti alternative ai feed basati sulla profilazione e di evitare interfacce manipolative.
Il caso è stato portato avanti da Bits of Freedom, un'organizzazione olandese per i diritti digitali. Il gruppo si batte da tempo contro le piattaforme basate su algoritmi, che a suo dire erodono la capacità degli utenti di controllare ciò che vedono online.
"Questa sentenza chiarisce che Meta deve rispettare le preferenze degli utenti", ha affermato Maartje Knaap, portavoce del gruppo. "È inaccettabile che pochi miliardari americani della tecnologia possano determinare la nostra visione del mondo".
L'organizzazione ha affermato che la sentenza rappresenta un passo fondamentale per rafforzare gli obiettivi della DSA, in particolare la sua attenzione alla protezione dei cittadini dalle pratiche di progettazione coercitiva.
I Paesi Bassi si stanno preparando per le elezioni generali previste per la fine di questo mese, e le autorità di regolamentazione e i tribunali di tutta Europa sono pienamente consapevoli del ruolo che le piattaforme dei social media svolgono nel plasmare il dibattito politico. Richiedendo un'opzione di feed cronologico persistente, il tribunale mira a ridurre l'influenza algoritmica sull'esposizione degli elettori ai contenuti politici.
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