Un nuovo rapporto di indagine ha dimostrato che la stragrande maggioranza delle persone nel settore creativo, fino all’83%, utilizza o ha utilizzato la tecnologia AI nelle proprie pratiche lavorative, con i membri senior del personale che guidano il tasso di adozione.
Il 27% dei liberi professionisti non utilizza l'intelligenza artificiale
Passando alle discipline, il rapporto ha identificato che gli utenti più frequenti lavorano internamente presso agenzie e studi, guidati da strateghi (78%), persone nel campo delle “arti digitali” (74%) e coloro che lavorano nella pubblicità (65%).
Nel frattempo, il 27% dei liberi professionisti autonomi, inclusi animatori, illustratori e coloro che lavorano nel cinema e nel movimento, hanno affermato di non aver mai utilizzato l’intelligenza artificiale. Il rapporto rileva che sono i più a disagio con il loro lavoro utilizzato per addestrare modelli di intelligenza artificiale.
In base al livello di anzianità, i membri senior del personale guidano il tasso di adozione, mentre i capi dipartimento (fino al 71%) rappresentano gli utenti più abituali.
I creativi più giovani hanno meno interesse per l’intelligenza artificiale
Poiché il tasso di adozione varia tra le diverse discipline, anche il sentimento che i creativi provano nei confronti dell’uso della tecnologia AI varia.
Di tutte le persone intervistate, il 56% sembrava incuriosito dalla penetrazione dell’intelligenza artificiale nello spazio creativo, mentre il 41% si dichiarava entusiasta del potenziale futuro della tecnologia. Nonostante l’ottimismo, il 36% degli intervistati ritiene che l’intelligenza artificiale sia sopravvalutata, mentre il 26% ritiene che la tecnologia sia uno sviluppo terribile per la creatività.
“Tali risultati si riflettono anche nelle fasce di età dei nostri intervistati, con quelli di età compresa tra i 36 e i 50 anni che hanno maggiori probabilità di avere un forte interesse per il potenziale dell’intelligenza artificiale rispetto a quelli nelle fasce di età più anziane e più giovani”, osserva il rapporto.
Il risentimento che alcuni creativi nutrono nei confronti dell’intelligenza artificiale deriva dal timore che la tecnologia possa interrompere i posti di lavoro nel settore creativo. Altri sono scontenti dei problemi legati al diritto d’autore e ai compensi degli artisti, ai potenziali pregiudizi dell’intelligenza artificiale e alla mancanza di controllo sulla tecnologia in futuro.