I funzionari della Bce sono molto concentrati sui tagli dei tassi: qual è il problema?

La Banca Centrale Europea (BCE) non riesce a trovare un terreno comune sui tagli dei tassi di interesse, creando confusione. I funzionari si sono per lo più allineati su un obiettivo di inflazione del 2%, ma ora le opinioni divergono su come procedere mentre si avvicinano a tale obiettivo.

L’attrito tra i politici della BCE è stato evidente la scorsa settimana a Washington durante le discussioni sull’economia globale. Gli argomenti spaziavano dai tassi di interesse e dalle prospettive di inflazione all'approccio comunicativo della BCE, fino all'inasprimento quantitativo.

Cosa c’è dietro il disaccordo della Bce?

Con la prossima riunione del Consiglio direttivo fissata per dicembre, il dibattito si sta infiammando. Nei prossimi giorni, i funzionari analizzeranno i dati sull’inflazione di ottobre e i dati preliminari sul PIL del terzo trimestre, che dovrebbero rivelare la Germania in recessione. Ancora.

Con le aspettative del mercato divise tra un taglio dei tassi di un quarto e mezzo punto a dicembre, cresce la pressione per ottenere chiarezza in tutta questa ambiguità. E le elezioni presidenziali americane del 5 novembre non fanno altro che aumentare il disagio.

La presidente della BCE Christine Lagarde ha dato il via al dibattito, assicurando a tutti che sono “sulla strada giusta verso la disinflazione”, ma sottolineando cautela. Ha messo in guardia dal prendere decisioni premature, affermando: “La direzione del viaggio è chiara, il ritmo da determinare”.

Ma i membri della Bce, ciascuno con opinioni diverse, si sono fatti sentire. Il presidente della Bundesbank Joachim Nagel ha messo in guardia contro i tagli rapidi. L'austriaco Robert Holzmann ha sostenuto una mossa di un quarto di punto a dicembre, mentre il lituano Gediminas Simkus non ha visto la necessità di un taglio di 50 punti base.

Anche il vicepresidente Luis de Guindos e il membro del comitato esecutivo Isabel Schnabel sono intervenuti, chiarendo che il disaccordo si estendeva alle prospettive di inflazione, ai rischi economici e alle strategie sui tassi di interesse. I capi delle banche centrali di Portogallo, Germania e Spagna hanno offerto ciascuno prospettive uniche.

Il capo della banca centrale portoghese Mario Centeno ha sostenuto che la BCE dovrebbe rimanere flessibile, suggerendo tagli più ampi se necessari a causa del rallentamento degli investimenti, della debole storia dell’inflazione e di un mercato del lavoro debole.

Questo approccio potrebbe preservare l’Eurozona dalla stagnazione economica. “Per un’economia con un’inflazione dello 0,9% su 10 anni, abbiamo bisogno della possibilità di compiere passi più grandi”, ha affermato Centeno.

Bilanciare gli obiettivi di inflazione e i segnali di mercato

Il capo economista della BCE Philip Lane ha difeso la traiettoria dell’inflazione, affermando che la disinflazione sta progredendo e la ripresa economica è semplicemente ritardata. Tuttavia, le preoccupazioni persistono.

Il capo della banca centrale belga, Pierre Wunsch, ha minimizzato il recente calo dell’inflazione all’1,7% – il livello più basso degli ultimi tre anni – ma si è astenuto dal sostenere i tagli a dicembre. Il capo della banca centrale spagnola, Jose Luis Escriva, ha aggiunto: “I rischi per la crescita sono chiaramente al ribasso. Ma non è così chiaro se il percorso dell’inflazione inclini in questa direzione”.

Il dibattito non si ferma solo ai tassi. I membri divergono su come la BCE dovrebbe comunicare la sua posizione futura. Attualmente, la Bce si impegna a mantenere la sua posizione restrittiva “finché sarà necessario”. Ma questo linguaggio, discusso l’ultima volta a settembre, potrebbe essere rivisto già a dicembre.

Il francese François Villeroy de Galhau ha chiesto il passaggio a “segnalazioni soft”, suggerendo un passaggio graduale alle previsioni lungimiranti invece di fare affidamento sui dati mensili. Questo approccio darebbe ai mercati più respiro per l’interpretazione e ai funzionari della BCE maggiore flessibilità.

Un altro punto di attrito? Restrizione quantitativa.

La BCE ha lentamente lasciato maturare le obbligazioni senza reinvestimento e prevede di cessare tutti i reinvestimenti entro la fine dell’anno. Il problema è che se continua a ridurre le obbligazioni mentre taglia i tassi, la banca centrale potrebbe inviare segnali contrastanti.

Alcuni funzionari sostengono che l’impatto politico di QT è minimo e funge da salvaguardia per future crisi economiche. Nel frattempo, coloro che osservano da vicino i mercati obbligazionari sollecitano tagli compensativi dei tassi per compensare qualsiasi effetto di stretta.

È riemerso anche il dibattito sul tasso neutrale, con opinioni diverse su quale livello non spingerà o rallenterà la crescita. Centeno lo ha fissato “al 2% o leggermente al di sotto”, mentre il finlandese Olli Rehn ha fatto riferimento a una ricerca che stima un intervallo compreso tra il 2,2% e il 2,8%.

Scommesse di mercato e proiezioni del FMI

Mentre i leader della Bce sostengono, i mercati stanno già scommettendo. I mercati finanziari scontano tagli di 32 punti base per dicembre, con 58 punti base entro gennaio, indicando una probabilità di quasi il 30% di un taglio di mezzo punto.

Ciò riflette l’ottimismo sulla stabilizzazione dell’inflazione, poiché il francese Villeroy de Galhau ha accennato alla possibilità di raggiungere l’obiettivo del 2% già all’inizio del 2025. Il membro del Consiglio direttivo Holzmann ha sostenuto questa aspettativa, vedendo il rapido calo dell’inflazione come un segnale che la BCE potrebbe tagliare i tassi prima del previsto.

In aggiunta alla pressione, l’inflazione è scesa sotto il 2% a settembre per la prima volta dal 2021, soprattutto grazie al calo dei costi energetici. Ma ci sono preoccupazioni per il futuro, con i prezzi dei servizi e la crescita dei salari ancora elevati.

Lagarde, pur ottimista, ha ricordato a tutti di «essere attenti a tutto». L’inflazione interna e i servizi primari, che sono rimasti intorno al 3,9%, richiedono un attento monitoraggio, soprattutto perché le dinamiche economiche continuano a cambiare.

Nel frattempo, il FMI ha formulato alcune stime di crescita basse per l’Eurozona, con colpi per le industrie di Germania e Italia. “Siamo tutti fiduciosi che il 2025 sarà l’anno in cui raggiungeremo il nostro obiettivo in modo sostenibile. Ma energia, inflazione interna, servizi… non siamo fuori pericolo”, ha detto Lagarde.

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