Nel panorama in continua evoluzione delle dinamiche aziendali, i Chief Diversity Officer (CDO) si trovano al centro di una discussione critica. L’aumento della domanda di CDO per sostenere la diversità, l’equità e l’inclusione (DE&I) all’interno delle organizzazioni ha raggiunto nuovi livelli negli ultimi due anni. Tuttavia, i recenti sviluppi, tra cui uscite e licenziamenti di alto profilo, hanno gettato un’ombra sull’efficacia di un ruolo unico nel guidare le iniziative DE&I. Mentre le aziende tracciano i budget per il prossimo anno, emerge un’interessante sovrapposizione: la convergenza degli investimenti nell’intelligenza artificiale generativa (AI) e il raggiungimento degli obiettivi del DEI. Questa intersezione innesca una rivalutazione del ruolo dei CDO e solleva domande sul loro coinvolgimento nelle decisioni cruciali sull’intelligenza artificiale.
Decisioni sull’intelligenza artificiale e gruppi emarginati
Nell’attesa per il prossimo anno, emerge una domanda cruciale: i CDO possono svolgere un ruolo fondamentale nel garantire l’equità e la natura imparziale delle decisioni sull’IA? Viene esplorato l'impatto dell'intelligenza artificiale su gruppi storicamente emarginati, sottolineando le potenziali insidie e sfide che le organizzazioni devono affrontare nell'implementazione dell'intelligenza artificiale all'interno dei loro processi.
La maggior parte delle aziende attualmente incorpora una qualche forma di intelligenza artificiale nei propri processi di assunzione. Tuttavia, permane il rischio di parzialità, che potrebbe portare alla supervisione di alcuni pool di candidati, un’area di preoccupazione per qualsiasi CDO che punti all’inclusività. L'importanza di selezionare la giusta tecnologia di intelligenza artificiale e di condurre gli audit necessari rientra nell'ambito di competenza del CDO, soprattutto perché le misure legislative, come la legge locale 144 di New York, impongono controlli di parzialità prima di impiegare strumenti automatizzati per prendere decisioni sull'occupazione.
La ricerca della Charter fa luce sulle disparità negli effetti dell’intelligenza artificiale su diversi gruppi demografici. Le preoccupazioni degli intervistati neri riguardo allo spostamento del lavoro da parte dell’intelligenza artificiale, alle differenze nell’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale tra i sessi e alle disparità legate all’età indicano la necessità di un’attenta considerazione. La domanda sorge spontanea: chi meglio di un Chief Diversity Officer può affrontare queste preoccupazioni?
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella disuguaglianza economica
La ricerca di Charter evidenzia l'impatto positivo che l'intelligenza artificiale può avere sulla riduzione delle barriere all'ingresso per determinate professioni. Jyl Feliciano, vicepresidente di Diversità, equità, inclusione e appartenenza presso Highspot, condivide approfondimenti sulla sua esperienza in materia di decisioni sull'intelligenza artificiale presso Highspot e come consulente del consiglio di amministrazione di Included.
Feliciano sostiene che i CDO non solo considerino ma si concentrino attivamente sull’intelligenza artificiale, sottolineando il suo potenziale per identificare le tendenze della forza lavoro, analizzare le storie dei dipendenti e migliorare l’inclusività attraverso strumenti come Incluso. Donald Knight, Chief People Officer presso Greenhouse, solleva la questione degli strumenti di intelligenza artificiale non sfruttati che possono promuovere gli obiettivi di DE&I, posizionando DE&I come parte integrante del processo di innovazione dell'IA.
Raccolta dati e ruolo dei CDO
Cliff Jurkiewicz, VP of Strategy di Phenom, sottolinea la necessità che i CDO sfruttino gli audit dell’intelligenza artificiale, inquadrandoli come un’opportunità per gli individui focalizzati sull’inclusività di modellare la selezione e la valutazione degli strumenti di intelligenza artificiale. Il coinvolgimento dei CDO nell’intero processo decisionale sull’IA, dalla selezione alla valutazione, può stabilire standard e dimostrare l’importanza del loro lavoro attraverso vari aspetti organizzativi.
Feliciano fornisce suggerimenti pratici ai CDO che desiderano partecipare alle decisioni sull'IA, sottolineando l'importanza di comprendere gli algoritmi, le linee guida etiche e la composizione del team di sviluppo dell'IA. Il messaggio conclusivo riecheggia l’imperativo morale di includere diverse prospettive nei comitati, nei consigli e nelle selezioni dei fornitori, sottolineando la necessità di porre domande significative sullo sviluppo del personale con le nuove tecnologie.
Poiché le aziende si trovano al crocevia tra gli investimenti nell’intelligenza artificiale e gli obiettivi del DEI, il ruolo dei Chief Diversity Officer è al centro dell’attenzione. La domanda rimane: i CDO possono affrontare efficacemente le complessità delle decisioni sull’intelligenza artificiale e garantire un panorama tecnologico equo e inclusivo? L’intersezione dinamica tra diversità, equità, inclusione e intelligenza artificiale invita a una rivalutazione delle strutture organizzative e richiede un approccio ponderato per affrontare le sfide e le opportunità all’orizzonte. Come riusciranno le aziende a trovare un equilibrio e chi le guiderà attraverso questa intricata danza tra diversità e futuro digitale?