I BRICS stanno raddoppiando il loro piano di utilizzare le valute nazionali per il commercio globale, mettendo da parte il dollaro USA. L’alleanza, che ora include nuovi membri come Iran ed Emirati Arabi Uniti, sta esplorando modi per incrementare l’uso delle proprie valute.
L’Iran, in particolare, ha avanzato una proposta per integrare le valute nazionali per le transazioni finanziarie tra i paesi membri. La proposta sarà un argomento scottante al prossimo vertice BRICS.
L’Iran sta spingendo per un sistema che dia priorità alle valute nazionali negli accordi transfrontalieri. Vogliono un sistema di pagamento che imiti la rete SWIFT occidentale ma si concentri sui paesi BRICS.
L’obiettivo è: indebolire il dominio del dollaro USA nella finanza globale. Secondo il viceministro degli Esteri russo Andrey Rudenko:
“Varie opzioni relative all’integrazione dei mercati finanziari dei membri BRICS, come i pagamenti in valute nazionali e nuovi meccanismi di accordi finanziari reciproci, compresi quelli suggeriti dall’Iran, vengono ora prese in considerazione”.
Come sta andando la de-dollarizzazione dei BRICS
Negli ultimi cinque anni, i BRICS hanno ampliato la propria portata e influenza. Il gruppo conta ora 11 membri, con le recenti aggiunte di Iran, Egitto, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti. Questa espansione ha rafforzato il potere economico del blocco.
Il FMI prevede che entro il 2028 i paesi BRICS rappresenteranno quasi il 38% del PIL mondiale, superando il G7. Sviluppando i propri sistemi finanziari, come il proposto BRICS Bridge, questi paesi stanno cercando di creare un nuovo ordine economico.
Il BRICS Bridge collegherà i sistemi finanziari dei paesi membri, consentendo transazioni nelle rispettive valute digitali. Al momento, quasi il 90% degli scambi commerciali tra Russia e Cina avviene in rubli o yuan.
La tendenza si sta diffondendo, con gli Emirati Arabi Uniti e l’India che hanno firmato accordi per regolare gli scambi commerciali nelle loro valute locali anziché in dollari.
La Nuova Banca per lo Sviluppo (NDB), precedentemente nota come Banca BRICS, ha ampliato la sua adesione a paesi come Bangladesh, Egitto e Uruguay.
Ma il dollaro USA continua a dominare il commercio globale, rappresentando circa il 90% di tutti gli scambi valutari. Ciò rende difficile per le valute BRICS guadagnare terreno.
Inoltre, le valute in molti paesi BRICS sono soggette a svalutazione e shock economici, rendendole meno affidabili come riserva di valore.
La liquidità è un altro problema . Le valute dei BRICS non hanno ancora l’attrattiva diffusa e la facilità di negoziazione di cui gode il dollaro. Sebbene l’alleanza BRICS sia unita nel suo obiettivo di ridurre la dipendenza dal dollaro USA, potrebbero emergere divergenze interne.
Paesi come l’India potrebbero essere riluttanti a intraprendere passi aggressivi contro l’America, il che potrebbe rallentare gli sforzi dell’alleanza.