L’autorità di regolamentazione olandese AFM segnala i rischi di pump-and-dump nel settore delle criptovalute

L'Autorità olandese per i mercati finanziari (AFM) ha emesso un avvertimento sugli schemi di pump-and-dump nel mercato delle criptovalute.

Con l'entrata in vigore del regolamento sui mercati delle criptovalute (MiCA) prevista per il 30 dicembre, l'AFM si sta preparando a reprimere queste attività.

Gli schemi di pump-and-dump sono stati eseguiti senza controllo, ma con MiCA si suppone che dovranno affrontare così tante forti restrizioni legali.

Come funzionano in genere gli schemi di pompaggio e scarico

In uno schema pump-and-dump, il prezzo di un token crittografico viene gonfiato (pompato) artificialmente diffondendo pubblicità, principalmente attraverso i social media.

Una volta che il prezzo aumenta, gli autori del reato vendono (scaricano) le loro partecipazioni, intascando i profitti e lasciando gli ignari investitori bloccati con beni senza valore.

L’obiettivo è convincere quante più persone possibile ad acquistare, facendo salire il prezzo. Gli organizzatori promettono rendimenti ridicoli, fino all’800% e persino al 1000%+, dando un senso di urgenza.

Una volta che il prezzo raggiunge il numero desiderato, gli addetti ai lavori scaricano i loro token, facendo crollare il prezzo.

L’AFM afferma di essere in massima allerta, esaminando i modelli dei social media e le tendenze dei prezzi.

Dopo aver analizzato numerosi casi, hanno affermato di essere in grado di identificare attività specifiche legate a questi programmi e di essere pronti ad applicare le nuove regole.

Il Ministero delle Finanze dei Paesi Bassi ha avviato le consultazioni sul MiCA all'inizio di quest'anno, concludendo il feedback il 30 agosto.

Questo per garantire che l’implementazione soddisfi le esigenze locali rispettando al tempo stesso le norme dell’UE.

Il 18 luglio, la Banca nazionale olandese (DNB) ha aggiornato le sue regole su come le banche gestiscono le criptovalute ai sensi del regolamento sui requisiti patrimoniali (CRR3).

Esiste una regola temporanea che consente alle banche di detenere alcuni asset crittografici, ma devono comunque mantenere abbastanza capitale a portata di mano.

Anche i Paesi Bassi hanno recepito la quinta direttiva antiriciclaggio (5MLD).

In base a questo, i fornitori di servizi crittografici sono chiamati “fornitori di portafogli custodi” e devono registrarsi presso la DNB se lavorano a livello commerciale o professionale nel paese.

Questa registrazione include controlli rigorosi su chi gestisce e possiede queste società per assicurarsi che rispettino le norme antiriciclaggio.

I sondaggi mostrano che circa il 15% della popolazione del paese ha scambiato o investito in criptovalute, nonostante l'incertezza sulle normative.

La capitalizzazione di mercato totale delle criptovalute nei Paesi Bassi è di circa 30 miliardi di euro, influenzata dalle tendenze globali e dalle vibrazioni degli investitori locali. Bitcoin è in testa, costituendo quasi il 45% del mercato.

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