È un nuovo mondo audace per i milioni di persone che un tempo prosperavano su Twitter , ora rinominato X. Quei clic, quelle condivisioni e quelle battute spiritose stanno per avere un prezzo da pagare.
Se l'ultimo annuncio di X è indicativo, il tuo coinvolgimento sulla loro piattaforma potrebbe presto costarti un dollaro, per essere precisi. Ora, anche se a molti un dollaro potrebbe sembrare una monetina, le implicazioni di una simile mossa sono enormi.
Eliminare i bot o pizzicare le tasche?
I sussurri nei vicoli di Internet risuonano. Apparentemente la nuova strategia di X è quella di combattere la minaccia bot sempre pervasiva.
La loro ultima iniziativa, bizzarramente battezzata “Not A Bot”, mira a eliminare lo sciame di account spam automatizzati che sembrano inondare la piattaforma.
Da un po’ di tempo, i bot sono lo spettro che infesta X, mettendo in dubbio l’autenticità delle interazioni online. Introducendo una tariffa annuale nominale di 1 dollaro per gli utenti che desiderano pubblicare o interagire con i contenuti, X spera di scoraggiare questi ospiti indesiderati.
Ma la domanda da un milione di dollari (o forse da un dollaro) è: sarà efficace? E a quale costo?
È interessante notare che la tariffa è prevista per una fase pilota in Nuova Zelanda e nelle Filippine prima di qualsiasi ulteriore implementazione globale. Sebbene X garantisca che questo non è uno schema per aumentare i margini di profitto, è difficile non vederlo in modo critico.
La pillola amara da ingoiare qui è che gli utenti che rinunciano a questo pagamento saranno relegati a semplici spettatori, limitati a visualizzare post e seguire account.
Il regno oscuro di Musk su X
Da quando Elon Musk ha preso le redini di questo gigante dei social media lo scorso ottobre, la piattaforma ha visto un vortice di cambiamenti. Ora, anche se alcuni potrebbero sostenere che il cambiamento è l’unica costante, è essenziale valutare la natura di questi cambiamenti.
Musk ha espresso apertamente le sue lamentele riguardo all'infestazione di bot sulla piattaforma, anche prima della sua acquisizione. L'ironia, tuttavia, è che molti critici ritengono che l'attività dei bot sia aumentata durante il mandato di Musk.
L'elenco delle modifiche a X indotte da Musk è lungo e controverso. Dalla revisione dei protocolli di verifica degli utenti al taglio dei team di fiducia e sicurezza per un budget più snello, la piattaforma è quasi irriconoscibile.
Alcuni ricercatori indipendenti indicano addirittura un aumento dei bot che promuovono la criptovaluta, aggiungendo un ulteriore livello di sospetto e scetticismo.
Sebbene X sia ancora una forza con cui fare i conti nella sfera dei social media, soprattutto come strumento indispensabile per la comunicazione di notizie e crisi, la sua lucentezza si sta senza dubbio appannando.
Molti utenti fedeli lamentano il declino della piattaforma. E sebbene alternative come Bluesky, Meta's Threads e Mastodon siano ancora agli inizi, ci si chiede se presto potrebbero offrire agli utenti X scontenti una nuova casa digitale.
Solo il tempo rivelerà le vere implicazioni della nuova strategia di pagamento di X. Sebbene combattere i bot sia un obiettivo encomiabile, resta da vedere se far pagare gli utenti sia la mossa giusta.
Una cosa è chiara: il mondo dei social media si sta evolvendo e, come utenti, dobbiamo decidere se siamo disposti a pagarne il prezzo.