In un recente sviluppo, Digital Valuta Group (DCG), la società madre del fallito prestatore di criptovalute Genesis Capital, ha contestato il piano fallimentare di Genesis, sostenendo che viola il Codice fallimentare.
L'obiezione di DCG è incentrata sulla proposta di Genesis di pagare i clienti più di quanto hanno legalmente diritto, una mossa che secondo DCG favorisce “ingiustamente” un gruppo selezionato di creditori e priva DCG di preziosi diritti economici e di governance aziendale.
Il gruppo valuta digitale sfida il piano fallimentare Genesis
L'obiezione di DCG, depositata il 5 febbraio, sostiene che mentre sosterrebbe un piano che paga ai creditori l'intero valore dei loro crediti, l'attuale proposta va oltre, facendo sì che i creditori non garantiti ricevano "centinaia di milioni di dollari" in più rispetto alla data della loro richiesta. affermazioni.
Secondo DCG si tratta di una chiara violazione dei requisiti del Codice fallimentare per la conferma di un piano di restrizione, secondo il quale le classi senior non dovrebbero ricevere più dell'intero valore dei loro crediti e le distribuzioni devono rispettare la regola della priorità assoluta.
L'obiezione sottolinea inoltre che il piano proposto consente ad alcuni crediti non garantiti di crescere esponenzialmente con l'aumento del valore degli asset di Genesis, in particolare nel caso delle criptovalute.
DCG sostiene che questo schema di distribuzione , denominato Principi di distribuzione, consente ai creditori senior di essere gli unici beneficiari di qualsiasi apprezzamento del valore delle attività. La DCG ritiene che tale struttura distributiva sia illegittima ed eccede quanto consentito dal Codice Fallimentare.
Trattamento preferenziale dei creditori non garantiti?
Nella mozione presentata lunedì, DCG sostiene inoltre che il piano fallimentare di Genesis è stato sviluppato attraverso un "processo clandestino" che escludeva Digital Valuta Group.
L'obiezione sostiene che l'UCC (Comitato dei creditori non garantiti) e il Gruppo Ad Hoc, in collaborazione con Genesis, hanno ideato un piano che “priva di diritti civili” gli interessi azionari e favorisce i creditori generali non garantiti. La DCG sostiene che questo processo viola i doveri fiduciari dei debitori e dimostra una "mancanza di buona fede".
L'obiezione di DCG evidenzia anche altri vantaggi concessi ad alcuni creditori, inclusi tassi di interesse post-ricorso non riconosciuti dal tribunale e restrizioni sui diritti di DCG come azionista.
L'eccezione afferma che tali disposizioni diminuiscono ulteriormente gli interessi del Digital Valuta Group e contraddicono il Codice Fallimentare.
La DCG sostiene che il piano fallimentare proposto da Genesis non è conforme al Codice fallimentare e non è stato proposto in buona fede.
La DCG sostiene che gli azionisti e gli altri stakeholder sono svantaggiati mentre un piccolo gruppo di potenti creditori ne beneficia in modo sproporzionato. Di conseguenza, DCG sollecita il tribunale a respingere il piano e richiede una risoluzione giusta ed equa che rispetti i requisiti del Codice fallimentare.
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