Le preoccupazioni su come i contenuti generati dall’intelligenza artificiale possano influenzare le procedure elettorali sono aumentate con l’avvicinarsi delle elezioni statunitensi del 2024. Usando qualcosa di più delle tradizionali strategie dei social media, Hillary Clinton ha sottolineato la minaccia senza precedenti posta dall'intelligenza artificiale durante il suo discorso a un evento sull'intelligenza artificiale e le elezioni globali. C’è una rinnovata urgenza di discutere la Sezione 230 del Communications Decency Act a causa delle richieste di riforma provenienti da individui di alto profilo come Eric Schmidt di Google e Hillary Clinton.
Esplorare la minaccia dell’intelligenza artificiale
Le preoccupazioni su come l'intelligenza artificiale potrebbe influenzare l'opinione pubblica e i risultati elettorali stanno crescendo, e l'Aspen Institute e la Columbia University hanno organizzato un incontro in cui si sono riuniti relatori provenienti da diversi campi. Le osservazioni di Clinton hanno dimostrato la sofisticatezza dei falsi profondi generati dall'intelligenza artificiale e degli sforzi di disinformazione oltre a evidenziare quanto sia difficile distinguere la realtà dalla finzione. Il pubblico, che comprendeva specialisti dei media, rappresentanti del governo e aziende tecnologiche, era tutti d’accordo con questo sentimento.
Incoraggiare i cittadini ad analizzare criticamente le informazioni è fondamentale, secondo il segretario di Stato del Michigan Jocelyn Benson, che ha guidato gli sforzi legislativi nel suo stato per affrontare la disinformazione relativa all’intelligenza artificiale. I governi e le aziende tecnologiche devono collaborare per costruire solide difese contro i contenuti ingannevoli generati dall’intelligenza artificiale, ha sottolineato Benson. Ha sostenuto che questi passi sono necessari per mantenere l’integrità dei processi democratici a fronte di un contesto di minacce in evoluzione.
Chiede riforme
Le discussioni sui rischi associati all'intelligenza artificiale (AI) sono state allineate ai tentativi di modificare la sezione 230 del Communications Decency Act, una disposizione chiave della legislazione che controlla la moderazione del materiale Internet. Come sollecitato da personaggi famosi come Eric Schmidt, Hillary Clinton e la giornalista Maria Ressa, un riesame della Sezione 230 consentirebbe di ritenere le piattaforme digitali responsabili della diffusione di contenuti dannosi. Ressa ha sottolineato quanto sia urgente combattere l'impunità nello spazio online facendo paragoni con i requisiti di responsabilità dei media tradizionali.
Eric Schmidt aveva opinioni simili quando sottolineava la necessità di un intervento del governo per fermare la diffusione di contenuti dannosi resa possibile dai media digitali. Schmidt ha sottolineato come la cooperazione o la regolamentazione potrebbero aiutare a fermare la disinformazione su Internet facendo paragoni con i precedenti sistemi normativi nei media convenzionali. Ha affermato che questo tipo di azioni sono essenziali per preservare i valori democratici e ristabilire la fiducia negli ecosistemi dell’informazione digitale.
Approfondimenti e soluzioni di esperti
Durante l'evento eminenti relatori hanno fornito prospettive approfondite sulla complessa natura delle minacce legate all'intelligenza artificiale e sugli approcci consigliati per superarle. Dato che i deepfake sono diventati più frequenti, l’ex segretario americano per la sicurezza interna Michael Chertoff ha messo in guardia dai pericoli e ha sottolineato l’importanza dell’istruzione pubblica nell’aiutare le persone a distinguere i fatti dalla finzione. I moderni sforzi di disinformazione sono commerciali e multipiattaforma, secondo David Agranovich, direttore di Global Threat Disruption presso Meta, sottolineando l’importanza della collaborazione nel contrastare tali minacce.
Sono necessarie modifiche legislative per ampliare la portata della supervisione normativa, secondo il commissario elettorale federale Dana Lindenbaum, che ha evidenziato le carenze degli attuali quadri giuridici nella lotta alla disinformazione generata dall’intelligenza artificiale. I commenti di Lindenbaum dimostrano come le agenzie di regolamentazione stiano iniziando a rendersi conto che devono cambiare per affrontare i nuovi pericoli nella sfera digitale. Sembra che si stia sviluppando un accordo bipartisan sulla necessità di affrontare le preoccupazioni elettorali legate all’intelligenza artificiale, nonostante le sfide intrinseche.
Le parti interessate devono affrontare questioni importanti riguardanti il controllo dei contenuti online e il mantenimento delle norme democratiche poiché la minaccia della disinformazione guidata dall’intelligenza artificiale incombe fortemente sul processo politico. È necessaria una riprogettazione più completa della governance digitale o i miglioramenti della Sezione 230 possono affrontare adeguatamente il mutevole panorama dei pericoli? La necessità di proteggere l’integrità dei processi democratici dai rischi posti dall’intelligenza artificiale (AI) è ancora fondamentale poiché i legislatori, le aziende tecnologiche e la società civile continuano a gestire queste difficoltà.