Con gli Stati Uniti che lottano per garantire chiarezza normativa per il settore delle criptovalute, la continua discordia tra due fondamentali organi di vigilanza suscita preoccupazioni sulle potenziali implicazioni.
Il capo della Commodities Futures Trading Commission (CFTC), Rostin Behnam, ha sottolineato ancora una volta che la maggior parte delle criptovalute sono considerate materie prime secondo le leggi esistenti. Ha anche riconosciuto una “guerra per il territorio” in corso tra gli organismi di regolamentazione, in particolare la Securities and Exchange Commission (SEC) e la CFTC, per quanto riguarda la giurisdizione per regolamentare il settore degli asset digitali.
Guerra per il territorio
Durante un'apparizione al programma "Squawk Box" della CNBC, il presidente della CFTC ha chiarito che "secondo la legge esistente, molti token costituiscono materie prime", fornendo una certa chiarezza normativa sullo status delle criptovalute negli Stati Uniti. Evidenziando le complessità normative affrontate dall'industria delle criptovalute, Behnam ha sottolineato l'urgente necessità di un'azione legislativa, sottolineando che i membri del Congresso stanno lavorando attivamente per comprendere il panorama normativo.
Sebbene gli Stati Uniti rimangano un paese importante per le criptovalute, insieme ad Australia e Brasile, la mancanza di chiarezza normativa e di azioni coerenti contro le criptovalute rappresentano un deterrente significativo per le imprese che operano nella regione.
Behnam ha sottolineato la sfida di una “guerra per il territorio” tra i vari organismi di regolamentazione del paese, in particolare tra la SEC e la CFTC, riguardo a quale agenzia dovrebbe regolamentare il settore. Questo conflitto in corso è diventato un grosso ostacolo nella definizione di linee guida normative chiare per le risorse digitali e per il settore delle criptovalute in generale.
La prospettiva del presidente della CFTC sulla regolamentazione delle criptovalute differisce da quella del presidente della SEC Gary Gensler, il quale afferma costantemente che gli intermediari cripto si impegnano in transazioni di titoli e dovrebbero cadere sotto la supervisione della sua agenzia.
Spaccatura tra SEC e CFTC
Tra il 2019 e il 2023, l'industria delle criptovalute negli Stati Uniti ha destinato 56,44 milioni di dollari in attività di lobbying, di cui 20,2 milioni di dollari stanziati solo nell'anno in corso, che rappresentano il 19,7% della spesa totale a Wall Street, secondo le stime di CoinGecko.
Nonostante questa notevole influenza finanziaria, gli organi di vigilanza del paese, in particolare la SEC, hanno intensificato la loro supervisione, rivelando un paradosso in cui l’impatto del settore si scontra con il controllo normativo.
Rapporti di scontri tra le due entità sono emersi dopo che Behnam ha esortato il Congresso ad assumere un ruolo più centrale nel guidare le agenzie federali verso la creazione di un quadro normativo per le criptovalute. Ha poi sottolineato la collaborazione storicamente efficace tra i due, ma ha sottolineato che il caso delle risorse digitali è unico.
Contrariamente alla discordanza percepita, Dan M. Berkovitz, ex consigliere generale della SEC ed ex commissario della CFTC, non crede che ci sia una “spaccatura” tra la CFTC e la SEC nella regolamentazione delle risorse digitali.
Parlando con CryptoPotato il mese scorso, Berkovitz ha riconosciuto l'urgente necessità che il Congresso conceda ulteriore autorità sulle risorse digitali non di sicurezza nel mercato spot. Pur ammettendo che alcune differenze sono normali a causa delle rispettive giurisdizioni, non le ha viste raggiungere il livello di una “spaccatura” sostanziale.
Il post Discordia sulla regolamentazione delle criptovalute: CFTC e SEC si scontrano sulla giurisdizione negli Stati Uniti è apparso per la prima volta su CryptoPotato .