Gli investitori di XRP sono al centro di un'azione collettiva per frode sui titoli che accusa l'ex amministratore delegato di Linqto, William Sarris, di aver imposto segretamente maggiorazioni fino al 60 percento sulle azioni Ripple pre-IPO e su altri titoli azionari di società private molto ricercati, come Uphold e Kraken, venduti tramite veicoli speciali sulla piattaforma fintech.
La denuncia di 61 pagine — Maxwell contro Sarris, depositata il 9 luglio 2025 presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York — sostiene che Sarris e alcuni complici non identificati hanno agito come broker-dealer non registrati, hanno utilizzato esenzioni di offerta fuorvianti e non hanno consegnato la proprietà legale di alcuna delle azioni sottostanti.
Il campione legale dell'esercito XRP è tornato
Secondo la documentazione depositata, ai potenziali acquirenti è stato detto che le SPV "detenevano lo stesso capitale proprio posseduto dagli addetti ai lavori", eppure Linqto non ha né trasferito le azioni né reso noti gli ingenti ricarichi inclusi nel prezzo di acquisto: una condotta che, secondo i querelanti, viola la Sezione 10(b) del Securities Exchange Act e la Regola FINRA 2040. Gli atti di fallimento di Linqto, depositati il giorno prima presso il Distretto Meridionale del Texas, ammettono "storiche mancanze nel rispetto delle leggi statunitensi che regolano la vendita e il marketing di partecipazioni in società private".
L'avvocato principale John E. Deaton, noto per aver rappresentato i possessori di XRP nel caso SEC contro Ripple, sostiene che Sarris "ha danneggiato la missione di democratizzare l'accesso alla Silicon Valley" e ha tratto in inganno gli investitori comuni: "Le persone credevano di acquistare azioni di Ripple, azioni di SpaceX, ma non era quello che stavano acquistando".
Poiché Sarris è citato in giudizio a titolo personale, Deaton sostiene che la causa non sia sospesa dall'istanza di Linqto ai sensi del Capitolo 11 dell'8 luglio 2025. L'azienda, ora guidata dall'amministratore delegato Dan Siciliano, ha ottenuto fino a 60 milioni di dollari in finanziamenti "debtor-in-possession" e afferma che il controllo giudiziario è "l'unica via da seguire" per emergere come "un'organizzazione redditizia e rispettosa della legge", collaborando con le indagini della SEC e della FINRA.
Il contatto con gli investitori si è rivelato impegnativo. Deaton ha programmato una sessione di X Spaces per le 19:30 EST del 9 luglio, ma ha abbandonato l'iniziativa dopo ripetuti crash, pubblicando invece: "Gli spazi continuano a bloccarsi. Organizzeremo una conference call all'inizio della prossima settimana via telefono. Non pubblicherò più un collegamento Zoom perché l'ultima volta è stato bombardato". Ha anche rassicurato gli utenti internazionali: "Tutto ciò che faccio include TUTTI i clienti Linqto, indipendentemente da dove viviate".
Nel frattempo, sono iniziate le manovre di ristrutturazione. L'azionista Sapien Group afferma di aver raccolto un blocco di capitale maggioritario e potrebbe cercare di archiviare il caso del Capitolo 11, mentre Deaton ha segnalato l'intenzione di coinvolgere il comitato dei creditori, una mossa approvata dal commercialista Rob Loh, che ha scritto che il comitato "avrà un potere reale nel processo fallimentare". Deaton ha confermato: "Rob ha ragione. Avremo voce in capitolo su ciò che accadrà nel fallimento".
La pressione normativa sta aumentando su più fronti: Linqto ha rivelato indagini parallele condotte da SEC e FINRA, e l'ex direttore dei ricavi Gene Zawrotny sta intentando una causa per licenziamento ingiusto presso un tribunale statale della California, sostenendo di essere stato vittima di ritorsioni per aver segnalato violazioni della conformità. Deaton sta ora intensificando la pressione anche per conto della comunità XRP, in particolare per coloro che credevano di aver acquistato azioni legittime di Ripple prima dell'IPO .
Al momento della stampa, l'XRP era quotato a 2,42 dollari.
