Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha ordinato alle agenzie governative di espandere il mining di criptovalute, affermando che questa mossa potrebbe aiutare il Paese a ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense.
Secondo quanto riportato, le sue dichiarazioni sono state rilasciate durante un incontro di alto livello sull'energia tenutosi a Minsk il 14 novembre, durante il quale ha definito l'attività mineraria come un utilizzo prioritario dell'elettricità in eccesso.
Lukashenko ordina una spinta all'attività mineraria
Secondo quanto riportato dalle fonti statali, Lukashenko ha chiesto ai funzionari di presentare misure concrete per aumentare il consumo di elettricità e di spiegare come l'attività mineraria potrebbe essere estesa a tutto il Paese.
Ha suggerito che, anziché limitarsi a invitare minatori stranieri, la Bielorussia potrebbe prendere in considerazione l'idea di detenere riserve statali di criptovalute se l'attività di mining dovesse rivelarsi redditizia.
Tali commenti sono stati formulati contestualmente a richieste di studio su come utilizzare al meglio la capacità energetica per sostenere l'industria.
Piani di sviluppo della capacità di energia nucleare
La Bielorussia ha già una nuova importante fonte energetica su cui contare. La centrale nucleare di Ostrovets (Astravyets) ora dispone di due unità con una capacità di generazione combinata di circa 2.400 MW e, secondo i funzionari, il sito fornisce circa il 40% del fabbisogno elettrico nazionale.
I sostenitori del governo e dell'industria sostengono che l'energia di base in eccesso prodotta dall'impianto rende l'attività mineraria su larga scala finanziariamente sostenibile.
Una strategia valutaria più ampia
Secondo quanto riportato, Minsk vede l'attività mineraria non solo come un progetto industriale, ma anche come parte di un più ampio processo di allontanamento dalla dipendenza dal dollaro.
Lukashenko avrebbe affermato che le criptovalute potrebbero rappresentare un'opzione per ridurre la dipendenza da un'unica valuta globale.
Questa cornice geopolitica collega le ambizioni minerarie ai piani per nuovi strumenti di pagamento: la Banca nazionale sta promuovendo un progetto sul rublo digitale e punta a un lancio graduale entro la fine del 2026, iniziando dalle aziende prima di estendere l'accesso al pubblico.
Oltre al settore minerario, la Bielorussia si sta anche preparando a lanciare la sua valuta digitale della banca centrale (CBDC) entro la fine del 2026. Le prime ad aderire saranno le aziende, seguite dalle istituzioni governative e dai cittadini nel 2027.
Il progetto è strettamente coordinato con lo sviluppo della CBDC russa,…
— Media One (@encMediaOne) 15 novembre 2025
Segnali passati e passi pratici
Gli osservatori sottolineano che la direzione intrapresa non è una novità assoluta. Lukashenko aveva già proposto l'idea di utilizzare l'elettricità in eccesso per il mining di criptovalute all'inizio dell'anno e da allora le autorità hanno studiato gli assetti fiscali e tecnici necessari per attrarre i miner o per gestire le attività finanziate dallo Stato.
Allo stesso tempo, una recente verifica statale ha spinto il presidente a chiedere regole più chiare per le piattaforme crypto, dopo aver riscontrato problemi nel modo in cui alcuni operatori gestivano i fondi dei clienti. Questa tensione – invitare al mining ma rafforzare la supervisione – sta plasmando il mix di politiche.
Regolamentazione e idea di riserva nazionale
I funzionari stanno elaborando misure normative e discutendo di adeguamenti fiscali e tariffari per far funzionare l'attività mineraria su larga scala, cercando al contempo di limitare le frodi e la fuga di capitali.
Secondo quanto riportato, la Banca nazionale ordinerà il lancio della CBDC , si coordinerà con i partner regionali e imporrà requisiti di rendicontazione più severi per le aziende di criptovalute, in modo che il denaro degli investitori non fuoriesca dal sistema.
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