L'Università di Giurisprudenza (ULaw) ha recentemente pubblicato statistiche relative all'epidemia di solitudine tra i millennial. Un allarmante 61% delle persone di età compresa tra 25 e 34 anni si sente solo almeno una volta alla settimana, una percentuale quasi tripla rispetto a quella delle persone di età pari o superiore a 65 anni e significativamente al di sopra della media nazionale. Nel tentativo di combattere questo problema, i millennial si rivolgono sempre più alla tecnologia per trovare conforto.
I Millennial optano per l’intelligenza artificiale rispetto agli esseri umani per il supporto emotivo
Con una svolta inaspettata, due terzi dei millennial hanno espresso una preferenza nel discutere i propri sentimenti con l’intelligenza artificiale piuttosto che con i propri cari. Questa rivelazione ha acceso dibattiti sulle mutevoli dinamiche dell’interazione umana e sul ruolo che la tecnologia gioca nelle nostre vite emotive.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale e delle comunità online
La dottoressa Julie Prescott, responsabile della psicologia presso ULaw, suggerisce che la tecnologia, in particolare l’intelligenza artificiale, potrebbe rappresentare un punto di svolta nell’affrontare i bisogni di salute mentale. Fa riferimento a uno studio del 2021 che illustra il ruolo benefico dei gruppi di social media nel fornire supporto emotivo. L’intelligenza artificiale è vista come un’estensione di queste risorse online, offrendo uno spazio privato in cui le persone possono esprimere i propri sentimenti senza timore di giudizio.
La crescente fiducia nell’intelligenza artificiale per il supporto alla salute mentale
I risultati di ULaw indicano una forte inclinazione verso il supporto automatizzato, con il 36% delle persone che preferiscono un ChatBot rispetto a una persona cara per condividere emozioni. Questa percentuale salta nella fascia di età 25-34 anni, dove il 70% cercherebbe supporto per la salute mentale attraverso l’intelligenza artificiale, se disponibile.