Il fornitore di servizi elettrici malese Tenaga Nasional Bhd (TNB) ha rivelato di aver subito perdite per oltre 1 miliardo di dollari a causa dell'aumento dei furti di elettricità legati al mining di criptovalute negli ultimi quattro anni.
Da un documento depositato in Parlamento questa settimana è emerso che dal 2020 circa 14.000 locali hanno utilizzato illegalmente l'energia elettrica, con gli operatori che hanno aggirato o manomesso i contatori per far funzionare le attrezzature minerarie senza essere scoperti.
Crisi del mining di criptovalute
Il Ministero dell'Energia e della Trasformazione Idrica ha affermato che l'entità del consumo non autorizzato, pari a 4,6 miliardi di RM (pari a 1,106 miliardi di dollari), dimostra come l'impennata del mining di criptovalute abbia messo a dura prova i servizi pubblici nazionali, anche in assenza di normative specifiche per il settore.
Secondo il ministero, le autorità hanno intensificato l'applicazione coordinata delle leggi consentendo a TNB e a diverse agenzie, come la polizia, l'autorità di regolamentazione delle comunicazioni e la commissione anticorruzione, di sequestrare le piattaforme minerarie nei siti presi di mira.
I funzionari hanno aggiunto che l'azienda di servizi pubblici ha creato un database interno che memorizza le informazioni di proprietà e locazione per le località segnalate per sospetto furto di energia elettrica, fornendo agli investigatori uno strumento centralizzato per monitorare i modelli di consumo anomalo di elettricità. Il Ministero ha osservato che questo sistema ora guida le attività di ispezione e aiuta a identificare le attività che tentano di eludere la fatturazione.
Inoltre, TNB sta installando contatori intelligenti nelle sottostazioni di distribuzione per monitorare i flussi di energia in tempo reale e rilevare tempestivamente eventuali manipolazioni. Il governo ha affermato che queste misure mirano a rafforzare la supervisione, poiché il mining illecito di criptovalute continua a rappresentare un rischio finanziario e operativo per la rete energetica malese.
Repressione
Lo scorso agosto, le autorità malesi hanno intensificato la repressione dei furti di energia elettrica legati al mining di criptovalute, arrestando sette individui ritenuti responsabili di operazioni illegali di BTC. I sospettati, tre malesi e quattro stranieri, sono stati arrestati in azioni separate e la polizia ha confermato che non avevano precedenti penali.
Gli investigatori hanno sequestrato 52 impianti di perforazione mineraria e relative attrezzature per un valore di circa RM250.000, mentre i minatori continuano a cercare energia a basso costo o gratuita per rimanere competitivi. La polizia ha poi osservato che il furto di energia elettrica, un reato ai sensi dell'articolo 33(5) dell'Ordinanza sull'Elettricità, comporta multe fino a RM100.000 e la possibile reclusione.
Gli arresti fanno seguito a risultati simili in Sarawak, dove l'azienda di servizi pubblici statale ha segnalato ricorrenti furti di energia elettrica da parte di operatori minerari. Un'irruzione congiunta ha scoperto due siti collegati che presumibilmente rubavano circa RM30.000 di elettricità al mese, con 120 apparecchiature confiscate.
Il post Mayasia colpita da un furto di energia elettrica da 1 miliardo di dollari mentre i minatori illegali di criptovalute prosciugano la rete è apparso per la prima volta su CryptoPotato .