Feynman si rende indipendente da Republic per formare un fondo speculativo sulle criptovalute da 300 milioni di dollari

Feynman Point Asset Management, una società di investimento indipendente di recente costituzione focalizzata su asset digitali e tecnologie di frontiera, ha annunciato ufficialmente la sua separazione da Republic, una società di investimento con sede a New York nota per le sue iniziative in ambito crittografico.

Con questa mossa, l'azienda si afferma come un hedge fund dedicato alle criptovalute da 300 milioni di dollari, guidato da Joe Naggar, un veterano del mondo della finanza tradizionale noto per le sue profonde radici nel settore delle criptovalute.

Feynman diventa indipendente, ma nulla cambierà nel suo focus

Le profonde radici di Joe Naggar nel mondo delle criptovalute non sono uno scherzo. È stato socio di GoldenTree Asset Management di Steven Tananbaum per 16 anni, dove ha supervisionato i 61 miliardi di dollari di asset creditizi; ha iniziato a minare Bitcoin già nel 2013 e ha fatto parte di coloro che hanno investito in progetti come Stacks e Algorand, oltre a Coinbase.

Nel 2022 ha iniziato a formare un team dedicato alle risorse digitali all'interno di GoldenTree. Tuttavia, in seguito a un'ondata di fallimenti (Celsius, Voyager Digital, FTX) e a una stretta normativa, GoldenTree è stata venduta a Republic, una società di investimento con sede a New York, meno di due anni dopo.

Ora Naggar e il suo team hanno deciso di diventare indipendenti con il nome di Feynman Point Asset Management, una società di investimento specializzata nei mercati delle risorse digitali e nelle tecnologie di frontiera.

Naggar ha rassicurato che, nonostante il cambiamento, l'azienda continuerà a fare esattamente ciò che faceva prima, e anche di più.

"Il Feynman Point Special Opportunities Fund che abbiamo creato per proporre ai nostri LP alcune delle nostre migliori idee di investimento affinché vi partecipino congiuntamente è un esempio di ciò", ha affermato.

Grazie alle transizioni, il fondo ha ottenuto buoni risultati con i suoi finanziatori, tra cui L1D, un fondo svizzero da 600 milioni di dollari, e Blockchain Investment Group con sede a New York, ottenendo un rendimento netto annualizzato di oltre il 42% dalla sua creazione nel 2022.

Tra le sue mosse vincenti figurano l'acquisto del Grayscale Bitcoin Trust (GBTC) con uno sconto del 40% rispetto ai suoi asset sottostanti, l'esposizione anticipata all'exchange decentralizzato Hyperliquid e un investimento azionario in Ripple, sviluppatore della criptovaluta XRP. Questi investimenti hanno dato buoni frutti e hanno il potenziale per fare ancora meglio in futuro.

Naggar ha anche espresso un interesse personale nel crescente settore delle tesorerie di asset digitali (DAT) e ha affermato che l'azienda ha "investito in 15 o 17 DAT diversi", tra cui BitMine Immersion Technologies di Tom Lee, SharpLink Gaming di Joe Lubin, Twenty One Capital sostenuta da Cantor Fitzgerald e Forward Industries di Kyle Samani.

"Alcuni DAT sono una specie di trappola per fare soldi e forse non meritano attenzione, ma ce ne sono altri che aggiungono un valore reale, sia all'ecosistema che per gli investitori, facendo cose intelligenti", ha aggiunto Naggar.

Continua il boom degli hedge fund mentre il private equity soffre

La decisione di Feynman Point Asset Management di scorporarsi è la prova di quanto il settore sia diventato più maturo. Il suo nuovo status indipendente consentirà a Feynman Point di operare con maggiore intensità e minori vincoli, e rappresenta un'ulteriore prova del boom più ampio degli hedge fund.

Negli ultimi due mesi, un numero considerevole di fondi tradizionali ha mosso i primi passi nel settore delle criptovalute, con attori di spicco come Brevan Howard e Pantera che hanno raccolto miliardi, evidenziando come gli hedge fund e le strategie basate sulle criptovalute stiano guadagnando terreno nel mondo degli investimenti alternativi.

Nel frattempo, la raccolta di fondi per private equity e credito – un tempo le più affidabili fonti di liquidità di Wall Street – continua a rallentare. In passato, questi mercati privati ​​assorbivano ingenti somme di denaro, con i fondi che chiudevano in tempi record e pochi dibattiti su dove sarebbe finito il prossimo dollaro.

Secondo quanto riportato, la raccolta fondi ha raggiunto il livello più basso degli ultimi anni, ostacolata da uscite bloccate e da investitori che aspettano che la liquidità torni a fluire.

Infatti, secondo i dati raccolti da JPMorgan Chase & Co., il credito privato è sulla buona strada per registrare l'anno più debole dal 2018, con tempi di raccolta fondi che si estendono per quasi due anni, il periodo più lungo dalla crisi finanziaria.

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