Secondo l'ultimo sondaggio CFO Signals di Deloitte, le criptovalute stanno diventando sempre più un punto focale per i direttori finanziari (CFO) nordamericani.
Condotto tra il 4 e il 18 giugno, il sondaggio ha coinvolto 200 direttori finanziari di aziende con almeno 1 miliardo di dollari di fatturato annuo, rivelando un crescente interesse nell'adozione delle criptovalute tra i dipartimenti finanziari aziendali.
I CFO abbracciano le criptovalute nonostante la volatilità
L'indagine ha rilevato che il 23% degli intervistati prevede che i propri dipartimenti di tesoreria integreranno le criptovalute per investimenti o pagamenti entro due anni. L'interesse sale significativamente, raggiungendo circa il 40%, tra i CFO di aziende più grandi con un fatturato annuo superiore a 10 miliardi di dollari. Nonostante le persistenti preoccupazioni per l'instabilità del mercato, questi dirigenti riconoscono i potenziali benefici degli investimenti in criptovalute.
Le preoccupazioni relative alle criptovalute rimangono significative. Circa il 43% dei CFO ha identificato la volatilità dei prezzi come la principale preoccupazione. Questo malessere riflette l'instabilità storica, come il calo del 28% del valore di Bitcoin in sole 10 settimane all'inizio di quest'anno.
Pratiche contabili complesse e normative di settore insufficienti complicano ulteriormente la situazione. Circa il 42% degli intervistati ha citato le complessità contabili e di controllo come deterrenti, mentre il 40% ha evidenziato la mancanza di chiarezza normativa. Recenti sviluppi, tra cui la creazione di una task force sulle criptovalute da parte della Securities and Exchange Commission statunitense, sottolineano l'incertezza normativa.
Ciononostante, i CFO sembrano imperterriti. Circa il 15% prevede di acquistare criptovalute non stabili, come Bitcoin ed Ethereum, come investimenti strategici entro due anni. Per i CFO di aziende più grandi, questa percentuale sale a quasi il 25%. Il potenziale di rendimenti elevati, la diversificazione del portafoglio e la copertura dall'inflazione continuano ad attrarre i leader della finanza aziendale.
Stablecoin ed efficienza della catena di fornitura
L'interesse per le stablecoin, criptovalute ancorate ad asset come il dollaro statunitense, sta crescendo tra i CFO nordamericani. Circa il 15% dei dirigenti finanziari intervistati prevede che le proprie organizzazioni accetteranno pagamenti in stablecoin entro due anni. Tra le aziende più grandi, l'accettazione sale al 24%.
L'attrattiva delle stablecoin risiede principalmente nella loro capacità di migliorare la privacy dei clienti e facilitare le transazioni transfrontaliere. Circa il 45% dei CFO ritiene che il miglioramento della privacy sia il principale vantaggio. Circa il 39% vede le stablecoin come un mezzo per semplificare i pagamenti internazionali, riducendo potenzialmente i costi di transazione e i tempi di elaborazione.
I pagamenti basati su criptovalute possono semplificare le transazioni complesse, eliminando le discrepanze tra i dati di acquirenti e venditori. La tecnologia blockchain, alla base delle transazioni in criptovaluta, fornisce una verifica sicura e in tempo reale delle transazioni, migliorando la trasparenza e l'efficienza nella gestione della supply chain.
Oltre ai pagamenti, i dirigenti intervistati hanno individuato un potenziale significativo per le criptovalute nella gestione della supply chain. Oltre la metà (52%) prevede che le proprie organizzazioni utilizzino criptovalute non stabili per tracciare e gestire la logistica della supply chain. Nel frattempo, il 48% prevede che le stablecoin svolgeranno ruoli simili.
Le conversazioni aziendali sull'adozione delle criptovalute riflettono questo slancio. L'indagine di Deloitte ha rivelato che il 37% dei CFO ha discusso di criptovalute con i propri consigli di amministrazione, il 41% con i propri responsabili informatici e il 34% con gli istituti finanziari. Solo il 2% ha dichiarato di non aver avuto discussioni interne sulle criptovalute.
BeInCrypto ha già parlato della crescente adozione di Bitcoin e criptovalute da parte delle aziende, sottolineando diversi approcci che vanno dall'accumulo aggressivo all'esposizione prudente. Le società quotate in borsa detengono attualmente oltre il 4% dell'offerta totale di Bitcoin. Di recente, Joseph Chalom, ex responsabile della strategia per gli asset digitali di BlackRock, è diventato co-CEO di SharpLink Gaming, un'azienda che si sta recentemente posizionando come società di tesoreria di Ethereum. Chalom mira ad "attivare" le partecipazioni in Ethereum di SharpLink.
L'exchange Coinbase è tra le aziende che stanno accelerando il trend della "Saylorizzazione", aumentando progressivamente le proprie scorte di Bitcoin. Nel frattempo, Michael Saylor, presidente esecutivo di MicroStrategy (ora rinominata Strategy), è apparso su CNBC per sottolineare l'importanza dell'andamento dei titoli di Stato Bitcoin.
Saylor ha affermato: "Ci sono 160 aziende che stanno capitalizzando su Bitcoin sul mercato azionario, rispetto alle circa 60 dell'anno scorso. Quindi il movimento della tesoreria Bitcoin sta esplodendo. E aziende come Meta Planet in Giappone, Capital B in Francia e Smarter Web nel Regno Unito stanno prendendo piede".
Tuttavia, le aziende più piccole che si occupano esclusivamente di Bitcoin e acquisizione di criptovalute rischiano gravi difficoltà finanziarie durante le fasi di recessione del mercato.
Sebbene il punto di svolta per l'adozione delle criptovalute da parte delle aziende possa ancora essere lontano, l'indagine di Deloitte indica chiaramente una tendenza in crescita. I CFO riconoscono sia i rischi che le opportunità che le criptovalute presentano, segnalando un periodo di trasformazione per le strategie di finanza aziendale.
L'articolo Le criptovalute guadagnano slancio tra i CFO nordamericani: Deloitte è apparso per la prima volta su BeInCrypto .