L'inflazione PCE si è raffreddata al 2,1% ad aprile, il livello più basso degli ultimi otto mesi, nonostante il presidente Donald Trump abbia varato nuovi dazi all'inizio del mese.
Lo ha confermato il Dipartimento del Commercio venerdì. L'inflazione mensile è aumentata solo dello 0,1%, in linea con le stime del Dow Jones, mentre quella annuale è scesa leggermente al di sotto delle aspettative di 0,1 punti percentuali.
Anche il dato PCE core, che esclude i costi di cibo ed energia, si è attestato allo 0,1% su base mensile e al 2,5% su base annua. Si tratta di un dato inferiore all'intervallo obiettivo della Federal Reserve e inferiore dello 0,1% rispetto alle previsioni.
Questi numeri sono importanti perché l'indice PCE è il principale indicatore dell'inflazione della Fed e orienta la sua politica sui tassi di interesse. Al momento, il mercato è bloccato e si chiede quale sarà la prossima mossa della banca centrale: alzare i tassi, sospendere la produzione o iniziare a tagliarli.
Il PCE scende nei mercati in difficoltà mentre Trump riaccende la lotta tariffaria con la Cina
La spesa al consumo ha subito un forte rallentamento ad aprile, con un aumento di appena lo 0,2%, come previsto ma inferiore all'aumento dello 0,7% di marzo. Allo stesso tempo, il reddito personale è aumentato dello 0,8%, superando la stima dello 0,3% e superando il dato del mese precedente. Ciò significa che le persone hanno guadagnato di più ma hanno speso poco.
Questo non è ancora riuscito a calmare Wall Street. Le azioni sono crollate venerdì mattina dopo che Trump ha pubblicato sui social media che "la Cina ha violato" l'attuale accordo commerciale. Questa dichiarazione è arrivata poco dopo che il Segretario al Tesoro Bessent aveva dichiarato a Fox News che i colloqui tra Washington e Pechino erano "un po' in stallo".
Le ricadute hanno colpito duramente i future. I future sul Dow Jones sono scesi di 174 punti (0,4%), mentre sia i future sull'S&P 500 che sul Nasdaq 100 sono scesi dello 0,6%. L'aggressiva strategia tariffaria della Casa Bianca è ancora incerta dal punto di vista legale. La Corte per il Commercio Internazionale ne ha bloccato gran parte mercoledì sera, ma una corte d'appello è intervenuta giovedì per mantenere i dazi attivi fino alla prossima settimana.
Dietro le quinte, il team di Trump sta valutando un'altra mossa: utilizzare una parte del Trade Act del 1974 per imporre dazi fino al 15% per 150 giorni, secondo il Wall Street Journal. Nessuna garanzia, ma il piano è ora sul tavolo.
Il tira e molla su minacce commerciali e legali ha scosso gli investitori per mesi. Hanno avvertito che un'incertezza prolungata potrebbe portare l'economia statunitense a un rallentamento. E con la Fed che ora vede un calo dell'inflazione, una spesa più lenta e dinamiche commerciali instabili, non c'è una risposta chiara su quale dovrebbe essere la sua prossima mossa.
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