“Bitcoin non ha valore intrinseco”, insiste il CEO di JPMorgan, ma c’è un problema

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Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, ha ribadito la sua critica di lunga data nei confronti di Bitcoin, liquidandolo ancora una volta come una criptovaluta senza "valore intrinseco".

Durante un'intervista domenicale con CBS 60 Minutes, Dimon, uno scettico nei confronti di Bitcoin, ha ribadito le sue preoccupazioni, collegando la risorsa digitale ad attività illecite come riciclaggio di denaro, operazioni di ransomware e traffico di esseri umani.

"Bitcoin in sé non ha valore intrinseco", ha detto Dimon al corrispondente Lesley Stahl.

Tuttavia, pur mantenendo la sua posizione critica, Dimon ha ammesso che le persone sono libere di investire in Bitcoin se lo desiderano, paragonando la scelta ad abitudini personali come il fumo. "Hai il diritto di farlo, ma questo non significa che sia un bene per te." Ha aggiunto.

Anche la sua posizione sulla tecnologia blockchain e sugli asset digitali è stata più sfumata, suggerendo un potenziale abbraccio all’interno delle operazioni di JPMorgan. Le sue osservazioni alludevano all'inevitabilità di una valuta digitale, come ha osservato: "Ad un certo punto avrai una sorta di valuta digitale".

Questa prospettiva indica un ruolo per le risorse digitali garantite dalle banche o regolamentate, in linea con le iniziative in corso di JPMorgan, come la creazione di JPM Coin, un token digitale progettato esplicitamente per le transazioni istituzionali.

In particolare, lo scorso settembre, ha rivelato che JPMorgan è uno dei maggiori utenti di blockchain, una tecnologia che ha descritto come " un ottimo modo per condividere dati e creare fiducia tra banche e clienti". Dimon ha sottolineato che la blockchain ha applicazioni pratiche, in particolare nel miglioramento dell’efficienza e della trasparenza nei sistemi finanziari. Tuttavia, ha minimizzato il suo potenziale rivoluzionario rispetto ad altre tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale.

Nel frattempo, i commenti di Dimon seguono una storia di critiche acute nei confronti di Bitcoin e di altre criptovalute. In precedenza, il banchiere miliardario ha paragonato il principale asset crittografico a "rocce da compagnia" e lo ha definito uno "schema Ponzi decentralizzato", mettendo in dubbio la sua offerta limitata di 21 milioni di monete. Nel dicembre 2023, ha anche chiesto norme rigorose sulle risorse digitali, sostenendone la “chiusura”.

È interessante notare che i suoi recenti commenti si scontrano con le dichiarazioni fatte da Donald Trump durante la campagna presidenziale del 2024. A giugno, Trump ha rivelato a Bloomberg che Dimon, un tempo convinto scettico sulle criptovalute, ha “cambiato tono” in seguito a un incontro con lui e altri alti dirigenti bancari, inclusi gli amministratori delegati di Citi e Bank of America.

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