Banca d’Italia definisce i servizi P2P di Bitcoin “Crime-as-a-Service” in mezzo a una crescente accettazione

Mentre le principali istituzioni di tutto il mondo stanno gradualmente abbracciando Bitcoin, riconoscendone il potenziale come asset trasformativo e persino integrandolo nelle loro tesorerie aziendali, la percezione della criptovaluta rimane tutt’altro che universalmente positiva.

Nel contesto di questa crescente adozione istituzionale, la Banca d’Italia ha assunto una posizione particolarmente critica. Nel suo Economic and Financial Occasional Paper, ha etichettato i servizi peer-to-peer (P2P) di Bitcoin, ampiamente celebrati per la loro accessibilità, come "crimine come servizio".

La Banca d'Italia alza la bandiera rossa sul Bitcoin P2P

Il rapporto della Banca d'Italia del novembre 2024 ha evidenziato il ruolo crescente dei servizi peer-to-peer (P2P) Bitcoin come strumenti per il riciclaggio di denaro in giurisdizioni con normative deboli. Questi servizi, descritti come “crimine come servizio”, sfruttano le lacune normative, consentendo agli attori illeciti di oscurare le origini dei fondi ottenuti illegalmente.

L'istituto finanziario, fondato 131 anni fa, ha preso di mira in particolare le piattaforme P2P non regolamentate e le reti di scambio informali che eludono i tradizionali protocolli Know-Your-Customer (KYC) e Anti-Money Laundering (AML) e finiscono per creare percorsi per attività illegali. Questi metodi consentono ai criminali di aggirare il controllo degli intermediari finanziari centralizzati sfruttando la pseudonimia delle transazioni blockchain.

Lacune normative

Il rapporto della Banca d'Italia ha evidenziato anche le sfide poste dai sistemi finanziari decentralizzati (DeFi) nella lotta al riciclaggio di denaro. Mentre le piattaforme finanziarie centralizzate (CeFi) possono essere regolamentate in modo simile alle istituzioni finanziarie tradizionali, le loro controparti decentralizzate, d’altro canto, operano senza intermediari, rendendo la supervisione molto più complessa.

La pseudonimia insita nella tecnologia blockchain consente agli utenti di effettuare transazioni tramite indirizzi non collegati, nascondendo di fatto la propria identità. Ciò ha scatenato un dibattito tra coloro che elogiano la blockchain per la sua trasparenza e immutabilità e i critici che ne evidenziano il potenziale di abuso.

Il rapporto indica soluzioni emergenti come Zero-Knowledge Proofs (ZKP), che consentono la divulgazione selettiva di informazioni per mitigare le attività illecite senza compromettere la privacy degli utenti. Tuttavia, queste innovazioni, sebbene promettenti, non riescono a fornire la continua due diligence necessaria per identificare sistematicamente le attività sospette, secondo la Banca d’Italia.

Il post della Banca d'Italia definisce i servizi P2P di Bitcoin "Crime-as-a-Service" in mezzo alla crescente accettazione è apparso per la prima volta su CryptoPotato .

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