In un recente post sulla piattaforma di social media X (ex Twitter), Cameron Winklevoss, co-fondatore dell'exchange di criptovalute Gemini con sede negli Stati Uniti, ha lanciato un duro avvertimento alla comunità degli asset digitali riguardo alle implicazioni dei risultati elettorali in corso.
Winklevoss, insieme a suo fratello Taylor, aveva precedentemente sostenuto pubblicamente l'ex presidente Donald Trump, donando 1 milione di dollari in Bitcoin ciascuno alla sua campagna di rielezione.
I timori normativi spingono le aziende crittografiche agli Stati Uniti
Winklevoss ha sottolineato il significativo costo finanziario che l'amministrazione Harris-Biden ha imposto al settore delle criptovalute, sostenendo che le spese legali hanno raggiunto i 500 milioni di dollari.
Questa cifra riflette il controllo in corso da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, che ha portato avanti azioni legali e emesso avvisi Wells a diversi importanti attori del settore, tra cui Binance, Ripple e Coinbase.
Di conseguenza, molte aziende hanno sostenuto ingenti spese legali mentre si difendevano da azioni normative, sollevando preoccupazioni sull'approccio dell'amministrazione alla regolamentazione delle criptovalute.
La cofondatrice ha espresso preoccupazione per la prospettiva di una presidenza Kamala Harris, suggerendo che la sua amministrazione potrebbe perpetuare l’attuale panorama normativo caratterizzato dall’applicazione piuttosto che dalla guida.
Winklevoss ha dichiarato: “Vota Trump e questa spesa in spese legali arriverà a 0 dollari. Vota Harris e questa cifra salirà a miliardi”.
I commenti di Cameron Winklevoss hanno suscitato le risposte di vari esperti del settore, sottolineando le implicazioni più ampie delle strategie normative sull'innovazione e sulla crescita del settore.
Wayne Vaughan, sostenitore di Bitcoin e cofondatore della blockchain Tierion, ha fatto eco alle preoccupazioni di Winklevoss, sottolineando che le spese legali sono solo una parte del danno.
Vaughan ha sottolineato che molte aziende hanno lasciato gli Stati Uniti o abbandonato lo sviluppo di prodotti a causa dei timori di ripercussioni normative, riflettendo una crescente frustrazione all'interno della comunità cripto per la percepita ostilità degli organismi di regolamentazione statunitensi.
D'altro canto, anche James Murphy, avvocato specializzato in titoli finanziari e sostenitore di lunga data del settore degli asset digitali, è intervenuto, suggerendo che la stima di Winklevoss di 500 milioni di dollari in spese legali potrebbe essere prudente.
Murphy ha osservato che questa cifra non tiene conto degli accordi pagati alla SEC da progetti incapaci di sostenere battaglie legali prolungate, illustrando ulteriormente la tensione finanziaria posta sul settore.
L'associazione Blockchain chiede un cambio di leadership alla SEC
Bitcoinist ha precedentemente riferito che, secondo un rapporto della Blockchain Association, un gruppo di lobbying focalizzato sulle criptovalute, il costo cumulativo delle aziende crittografiche che combattono le cause legali della SEC negli ultimi anni ha raggiunto circa 426 milioni di dollari.
Questo rapporto, pubblicato il 31 ottobre, critica l'approccio della SEC di “regolamentazione tramite applicazione”, che sostiene soffoca l'innovazione e la crescita economica. L'associazione ha sottolineato non solo le spese legali ma anche la perdita di posti di lavoro derivante dal contesto normativo.
La Blockchain Association ha chiesto un cambio di leadership alla SEC, inquadrando l'attuale strategia normativa come una forma di "legge" che mina il potenziale dell'industria delle criptovalute.
Kristin Smith, CEO del gruppo, ha esortato gli utenti e gli sviluppatori di criptovalute a sostenere il cambio di leadership, sebbene non abbia specificato alcuna affiliazione politica o candidato nel suo messaggio.
Immagine in primo piano da DALL-E, grafico da TradingView.com