I senatori statunitensi spingono per un’indagine antitrust sull’intelligenza artificiale generativa per l’uso improprio dei contenuti

I senatori statunitensi hanno formalmente richiesto al Dipartimento di Giustizia (DOJ) e alla Federal Trade Commission (FTC) di esaminare i prodotti di intelligenza artificiale generativa per possibili violazioni antitrust. I senatori, guidati da Amy Klobuchar, sostengono che gli strumenti di intelligenza artificiale, implementati da piattaforme come Google e Meta, mettono in pericolo il lavoro dei creatori di contenuti, in particolare dei giornalisti, abusando di contenuti creati dall’uomo senza compenso.

In una lettera indirizzata al presidente della FTC Lina Khan e al viceprocuratore generale Jonathan Kanter, i senatori sottolineano la preoccupazione che questi strumenti di intelligenza artificiale riproducano sempre contenuti online, mantenendo gli utenti sulla piattaforma invece di indirizzarli alle fonti originali. Ciò, a sua volta, consente alle principali piattaforme di trarre vantaggi attraverso la pubblicità, privando al contempo i creatori di entrate e riconoscimenti per i loro sforzi creativi.

I senatori statunitensi affermano che l’intelligenza artificiale generativa sta utilizzando in modo improprio i contenuti di terze parti senza alcun compenso

Secondo i legislatori, gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale utilizzati dalle piattaforme tecnologiche dominanti stanno mettendo senza lavoro i creatori di contenuti e, soprattutto, i giornalisti. Nella loro lettera, hanno affermato che ultimamente diversi siti Web dominanti hanno aggiunto funzionalità di intelligenza artificiale generativa che rispondono alle domande degli utenti riassumendo o, in alcuni casi, riproducendo contenuti da altre fonti. Hanno sostenuto che tali caratteristiche potrebbero essere considerate anticoncorrenziali in quanto potrebbero ridurre la concorrenza e l’innovazione nella creazione di contenuti digitali.

I senatori sostengono che invece di portare gli utenti sui siti degli editori, i riassunti generati dall’intelligenza artificiale mantengono gli utenti sulla piattaforma di ricerca e negano qualsiasi compenso ai giornalisti e ad altri creatori di contenuti. Si sostiene che alcune di queste funzionalità di intelligenza artificiale rubino contenuti di terze parti, rivendicandoli come contenuti appena generati, il che aggrava ulteriormente il problema.

I notiziari locali statunitensi si trovano ad affrontare una crescente minaccia derivante dall’uso improprio dei contenuti dell’intelligenza artificiale

La lettera mette in luce anche i problemi delle testate giornalistiche locali, che già si trovano in una posizione rischiosa. Come dimostrato da una recente ricerca, negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno perso circa 2900 giornali. Un terzo dei giornali esistenti nel 2005 probabilmente cesserà di esistere entro la fine di quest’anno. L’aumento dell’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale generativa è destinato a peggiorare la situazione, in quanto consente alle piattaforme di sfruttare i contenuti delle notizie senza investire nel sostentamento del giornalismo locale.

I rischi si estendono anche ai media riconosciuti. L'anno scorso, il New York Times ha intrapreso un'azione legale contro OpenAI e Microsoft sostenendo che le tecnologie di intelligenza artificiale come ChatGPT ignoravano la politica e utilizzavano i loro articoli come materiale di formazione. La preoccupazione ha sottolineato la questione del “free ride”, in cui le case dei media spendono enormi risorse nel giornalismo, solo perché i contenuti vengano sfruttati dai sistemi di intelligenza artificiale senza compensare i creatori.

I senatori chiedono alla Divisione Antitrust del DOJ e alla FTC di verificare se queste funzionalità di intelligenza artificiale generativa implicano comportamenti di esclusione e concorrenza sleale in violazione delle leggi antitrust statunitensi.

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