Le minacce alla centralizzazione incombono mentre Polygon e Shiba Inu mostrano un’elevata concentrazione tra i principali portafogli

Un’elevata centralizzazione può portare a una maggiore influenza da parte di poche entità, minando potenzialmente l’etica decentralizzata che le criptovalute si sforzano di sostenere. Tuttavia, la centralizzazione continua a essere uno dei principali motivi di contesa nello spazio.

Pertanto, i token di progetto popolari – Polygon (MATIC) e Shiba Inu (SHIB) – sono emersi come i principali esempi di alta concentrazione di partecipazioni tra i principali portafogli.

Preoccupazioni di centralizzazione in MATIC e SHIB

Secondo i dati condivisi da Santiment, i primi dieci portafogli di Polygon controllano collettivamente un sorprendente 69,4% della sua capitalizzazione di mercato totale, rendendolo il più centralizzato tra le principali altcoin. Allo stesso modo, i primi dieci portafogli di Shiba Inu detengono il 61,2% della sua capitalizzazione di mercato.

Questa significativa concentrazione solleva interrogativi cruciali sull’impatto sulla stabilità del mercato e sulla governance di questi asset ampiamente scambiati. Questa concentrazione può anche esacerbare rischi quali la manipolazione dei prezzi e la volatilità, poiché i grandi detentori hanno il potere di influenzare le dinamiche del mercato in modo più sostanziale rispetto ai piccoli investitori.

Nel frattempo, Uniswap (UNI) mostra che il 50,8% della sua capitalizzazione di mercato totale è detenuta dai primi dieci portafogli, indicando una significativa concentrazione di potere tra pochi detentori. Segue a ruota la moneta meme Pepe (PEPE), con il 46,1% della sua offerta concentrata nei portafogli più importanti.

Ethereum (ETH), nonostante la sua ampia adozione e gli sforzi di governance decentralizzata, vede ancora il 44,0% della sua capitalizzazione di mercato controllata dai portafogli più grandi, principalmente a causa dello staking nel contratto ETH 2.0, che centralizza quantità significative di Ether.

Tether (USDT), la stablecoin più utilizzata, ha il 33,1% della sua offerta nelle mani dei principali portafogli, riflettendo la sua diffusa adozione istituzionale ma anche suggerendo potenziali rischi di liquidità se questi detentori decidono di spostare grandi quantità contemporaneamente.

Centralizzazione moderata in LINK e TON

Chainlink (LINK) e Toncoin (TON) mostrano concentrazioni leggermente inferiori, con il 31,1% e il 27,5% delle rispettive capitalizzazioni di mercato detenute dai primi dieci portafogli. Nel primo caso, ciò riflette la necessità di grandi partecipazioni da parte dei nodi per proteggere la rete, mentre la concentrazione di Toncoin è in parte attribuita alla sua recente fase di crescita, secondo Santiment.

D'altro canto, le stablecoin come USDC e Multi Collateral Dai (DAI) di Circle mostrano partecipazioni più decentralizzate, con i primi dieci portafogli che controllano rispettivamente solo il 19% e il 24,5% delle loro capitalizzazioni di mercato.

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