Vitalik Buterin, il ragazzo che ha co-creato Ethereum, sta mettendo le cose in chiaro sul futuro delle applicazioni crittografiche. Non è qui per pubblicità temporanea o progetti appariscenti senza una vera spina dorsale.
Ciò che vuole sono app che rimangano, che facciano qualcosa di significativo e non si facciano in quattro per consentire il controllo centralizzato. Nelle sue stesse parole:
"Il tipo di applicazioni che voglio vedere sono applicazioni che siano utili in modo sostenibile e che non sacrifichino i principi della decentralizzazione."
Vitalik ritiene inoltre che le stablecoin decentralizzate come la RAI servano a uno scopo senza rinunciare alla decentralizzazione. Ha anche un certo amore per la piattaforma di scommesse decentralizzata Polymarket.
Ma quando si tratta dell’USDC, è meno entusiasta. È conveniente, certo, soprattutto per cose come le donazioni internazionali. Ma rispetto alle alternative decentralizzate, non è all’altezza.
Vitalik critica la mania dello yield farming esplosa nel 2021. Ricordi tutto il clamore sui rendimenti elevati derivanti dal parcheggiare le tue monete in determinati progetti? Vitalik non ci stava bevendo.
Per lui era ovvio che si trattasse solo di pompe temporanee guidate da emissioni di token senza un vero piano a lungo termine. Quando qualcuno gli propone un progetto con grandi rendimenti, va dritto al sodo:
“Da dove viene il rendimento? Chi sono le persone dall’altra parte della transazione, che pagano il rendimento?”
Se non ottiene una risposta concreta, non è interessato. È entusiasta solo dei progetti che possono dimostrare chiaramente che saranno ancora fattibili tra cinque anni. Tutto il resto è solo rumore.
Vitalik non si concentra solo sulla finanza. Ha gli occhi puntati sul quadro più ampio. Secondo lui “la finanza non basta”. Certo, decentralizzare il denaro è fantastico, ma per quanto riguarda il resto del mondo tecnologico?
Ci sono molte altre aree in cui la centralizzazione rappresenta una minaccia crescente. Parla di attacchi politici alla messaggistica crittografata, ai sistemi di identità centralizzati e ai punteggi di credito.
Cita le backdoor nei sistemi operativi non sicuri e il modo in cui le piattaforme di social media stanno diventando sempre più centralizzate e opache.
"Ci sono così tanti punti di centralizzazione in rapida crescita che rappresentano minacce nella tecnologia mondiale di oggi."
Non si ferma qui. Vitalik sottolinea come una manciata di paesi potenti stiano acquisendo un maggiore controllo su chi può rimanere online e chi no. Poi c’è il rischio di sorveglianza e dominio economico da parte dei sistemi di intelligenza artificiale centralizzati.
E non dimentichiamo i potenziali pericoli della tecnologia di lettura della mente, o delle interfacce cervello-computer (BCI), che potrebbero essere presto all’orizzonte. Il suo punto è che anche se rendiamo perfetta la finanza decentralizzata, saremo comunque fregati se non affrontiamo queste altre questioni.