Quello che l’Iran sta attualmente attraversando è una grave crisi energetica, e un’ondata di caldo senza precedenti non fa altro che peggiorare ulteriormente la situazione. In un bizzarro tentativo di reprimere questo problema, il governo iraniano ha appena annunciato una taglia di 20 dollari affinché i cittadini fungano da informatori sulle operazioni illegali di mining di criptovalute all'interno del paese.
Una compagnia elettrica statale ha già avviato questa campagna: Tavanir. Combatte il consumo non autorizzato di elettricità sovvenzionata, che secondo i funzionari contribuisce alla continua carenza di energia che perseguita il paese.
Ondata di caldo e carenza di energia elettrica
L’attuale ondata di caldo ha spinto le temperature in Iran a 49,7°C, il periodo più caldo degli ultimi 50 anni. Ciò ha provocato dilaganti interruzioni di corrente, che hanno influenzato la vita quotidiana e la produzione industriale.
L'amministratore delegato di Tavanir, Mostafa Rajabi Mashhadi, ora afferma che i minatori illegali stanno semplicemente approfittando di questa situazione e consumando molta elettricità senza autorizzazione. Secondo lui queste operazioni non sono solo piccole, ma consumano elettricità equivalente al fabbisogno di un'intera provincia, esercitando una pressione insopportabile sulla rete nazionale.
Il governo iraniano ha già vietato il mining di criptovalute , nel 2021, citando le stesse preoccupazioni sul consumo di un enorme volume di energia. Successivamente ha revocato il divieto, almeno in parte, a causa della pressione economica derivante dalle sanzioni statunitensi.
Ora, con la griglia sotto pressione, i funzionari stanno assumendo una posizione ancora più dura. Ritengono che incentivare i cittadini a denunciare i minatori illegali potrebbe aiutare ad alleviare parte della pressione sulla fornitura di elettricità.
Il sistema di taglie
Questo nuovo sistema di ricompensa pagherà un milione di toman per informazioni che portano alla confisca di hardware per operazioni di mining non autorizzate. Secondo i rapporti, l’incentivo finanziario dovrebbe incoraggiare i cittadini ad agire contro i minatori illegali, che spesso aprono attività in strutture pubbliche come scuole e moschee, luoghi che beneficiano di elettricità sovvenzionata e sono quindi obiettivi principali per attività minerarie non autorizzate.
I rapporti dicono inoltre che sono già stati sequestrati più di 230.000 dispositivi minerari illegali, che consumano da 800 a 900 megawatt di energia. Per mettere il tutto in prospettiva, le autorità locali hanno confrontato il consumo con il fabbisogno elettrico della provincia di Markazi e hanno sottolineato che fornire così tanta elettricità richiederebbe la costruzione di una nuova centrale elettrica da 1.300 megawatt.
Le implicazioni più ampie
Il governo iraniano sta reprimendo l'estrazione illegale di criptovaluta come parte di un approccio più ampio per gestire correttamente le risorse energetiche della nazione. Per quanto il mining di criptovalute possa essere altamente gratificante, ha gravi implicazioni per l’uso energetico e la sostenibilità ambientale.
Alcuni critici sostengono che prendere di mira il mining di criptovalute come causa principale della carenza di energia elettrica sia totalmente fuori luogo. Alcuni esperti individuano i veri problemi nella cattiva gestione della rete e negli enormi investimenti necessari per ottenerla.
Il mining di criptovalute ha avuto un boom in Iran negli ultimi anni, grazie all’abbondanza di gas naturale ed elettricità. Tuttavia, il mining di criptovalute ha creato una relazione complessa con la criptovaluta che consente al Paese da un lato di aggirare le sanzioni e dall’altro di sovraccaricare la propria fornitura di energia.
Immagine in primo piano di ASIC Jungle, grafico di TradingView