Il rublo russo crolla. È sceso del 4% rispetto al dollaro in pochi giorni, attestandosi ora a 90,6 per dollaro, il livello più debole dalla fine di maggio. Non è una bella prospettiva per Mosca, ma i ragazzi dei BRICS? Non ci perdono il sonno.
La Banca Centrale russa ha cercato di sostenere il rublo aumentando i tassi di interesse di 200 punti base, portandoli al 18% nel luglio 2024. Si tratta del livello più alto mai raggiunto da quando, impazziti, lo hanno spinto al 20% dopo che la Russia ha deciso di inviare carri armati in Ucraina.
Questa mossa avrebbe dovuto sostenere il rublo, ma chiaramente non è sufficiente. Il governo russo sta anche utilizzando alcune tattiche pesanti, come costringere le aziende a svendere i ricavi in valuta estera per evitare che il rublo cada ulteriormente.
Ma siamo onesti: questo non è esattamente infallibile.
Il rublo potrebbe aver registrato un breve rialzo, salendo a 82,50 per dollaro sul mercato interbancario, ma si tratta per lo più di fumo e specchi. Le sanzioni imposte alla Russia hanno reso il commercio di dollari ed euro un affare complicato.
Grazie agli Stati Uniti, le negoziazioni alla Borsa di Mosca sono terminate, spingendo tutto sul mercato over-the-counter. Ciò ha trasformato lo spazio di trading in un caos caotico di prezzi variabili e spread selvaggi.
Rublo e yuan: una vittoria temporanea?
È interessante notare che il rublo è riuscito a recuperare un po' di forza contro lo yuan cinese, guadagnando l'1,7% e toccando l'11,26 il 19 giugno. Si tratta del livello più forte da maggio 2023. Questa piccola vittoria è dovuta principalmente ai ricavi delle esportazioni denominati in yuan.
Ma gli analisti di Promsvyazbank pensano che il rublo potrebbe continuare a guadagnare contro lo yuan, soprattutto se la Banca Centrale russa decidesse di ridurre le vendite di yuan per gestire la domanda di valuta proveniente dalle importazioni.
Tuttavia, mentre il rublo gioca con lo yuan, la vera storia resta sullo sfondo. Il divieto della Borsa di Mosca di scambiare dollari ed euro potrebbe finire per rovinare anche il commercio di yuan.
Al momento, lo yuan rappresenta più della metà degli scambi di valuta estera in Russia. Se le cose si mettessero male con lo yuan, ciò potrebbe estendersi al mercato più ampio.
E non dimentichiamo che, nonostante tutti questi guadagni, il rublo è ancora più debole di prima, quindi questa non è esattamente una vittoria.
I BRICS e il dollaro: una lotta impari
Per anni, i paesi BRICS hanno cercato di detronizzare l’onnipotente dollaro USA. Hanno parlato di de-dollarizzazione come se non ci fosse un domani. Ma il biglietto verde non sembra voler andare da nessuna parte.
Come ho riferito ieri , il dollaro rappresenta ancora il 58% delle riserve valutarie globali. Nel frattempo, l’euro, che è al secondo posto, rappresenta solo il 21%.
I paesi BRICS hanno cercato di scuotere la situazione creando nuovi sistemi di pagamento transfrontalieri e spingendo per un maggiore utilizzo della valuta locale nel commercio internazionale.
Ma queste mosse sono appena agli inizi e devono affrontare tantissime sfide, come problemi di regolamentazione e liquidità.
E non dimentichiamo che il grande sogno dei BRICS di utilizzare le valute locali per gli scambi commerciali tra di loro non sta esattamente facendo vacillare il trono del dollaro.
Il volume degli scambi in valute locali tra i paesi BRICS è ancora troppo piccolo per intaccare realmente il dominio del dollaro. In effetti, valute come lo yuan e la rupia indiana hanno subito un duro colpo rispetto al dollaro.
I BRICS sono ancora lontani dall’essere una seria minaccia al dominio del dollaro. Ma non troppo lontano.